Tuesday, May 31, 2022

LE FRENCH DESIGN

In occasione della 60° edizione del Salone del Mobile, Le FRENCH DESIGN – piattaforma che promuove l'innovazione nell'arredamento e nell'interior design – dal 7 al 12 giugno 2022 presenta all’Institut français Milano la mostra Voyage en Intérieur, Le French Art de Vivre [Viaggio in un interno, L'arte di vivere alla francese]. La mostra avrà una seconda tappa a Parigi, nella galleria le FRENCH DESIGN Gallery, dal 22 giugno al 20 luglio 2022. Dal 2019, Le FRENCH DESIGN organizza ogni due anni Le FRENCH DESIGN 100, l'unico premio di design in Francia che valorizza la portata internazionale di designer e interior designer francesi, con l’obiettivo di selezionare ogni edizione i 100 oggetti (mobili, decorazioni...) e spazi (hotel, negozi, ristoranti...) che meglio rappresentano il design francese nel mondo. Le FRENCH DESIGN 100 restituisce una fotografia della creatività francese, includendo sia i nomi principali nel contesto nazionale, sia i profili più interessanti di quelle che saranno le star di domani, tutti accomunati dalla capacità di esprimere attraverso i loro progetti i valori essenziali del design francese. 
 La mostra Voyage en Intérieur, Le French Art de Vivre espone a Milano una selezione delle più interessanti creazioni di design autoprodotte dagli interior designer vincitori della seconda edizione del premio Le FRENCH DESIGN 100: mobili e oggetti che testimoniano il rinnovato dinamismo del contesto francese, la sua eccezionale creatività e l'influenza che ha in tutto il mondo, grazie alla diversità dei suoi fruitori ed estimatori. Le creazioni in mostra evidenziano la ricchezza del design francese nella sua realizzazione, nella novità degli usi, la sostenibilità, le numerose competenze artigianali e industriali coinvolte, affiancate da proposte personalizzate o uniche per i settori hospitality, retail e residenziali. 
 L’allestimento negli spazi dell’Institut français Milano metterà in dialogo gli oggetti di design con alcune opere d’arte contemporanea scelte da tre importanti gallerie milanesi sulla proposta di Isabelle Valembras-Dahirel, Consulente di Arte & Design – Monica De Cardenas, Antonia Jannone e Viasaterna – e che mettono in luce i legami storici tra gli interior designer francesi e l'arte del loro tempo, evidenziando l'unicità di queste creazioni e collocandole nel solco di una lunga tradizione che nasce nel XVIII secolo. Designer in mostra: Bruno Moinard Editions, Charles Zana, Gilles & Boissier, Humbert & Poyet, India Mahdavi, Jean-Michel Wilmotte, Laura Gonzalez, Le Berre Vevaud, Ludovic Roth, Maison Dada, Margaux Keller, Pierre Gonalons, Pool Studio, Reda Amalou, Isabelle Stanislas, Studio Catoir, studio razavi architecture, Suduca & Merillou, Thierry Lemaire, Tristan Auer.
Le berre vevaud, Peonia, 2019
Romain Ricard

Studio Catoir, bureau
Photo:Richard Powers

Laura Gonzalez, Madras
©Stéphane Briolant


Pool Studio, Contrepoids, 2017
©POOL

Margaux Keller, Beloio
©L.Melone

Thierry Lemaire,Niko 2017
©Vincent Leroux

Pierre Gonalos,
©Arjan Mak


Maison Dada, Rose Selavy,
©Maison Dada



Monday, May 30, 2022

L'ESCA

Il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta L'ESCA 
 Mario Airò, Stefano Arienti, Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Miltos Manetas, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Paola Pivi, Alessandra Tesi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa e molti altri: sono alcuni dei protagonisti della mostra L’ESCA, che dal 4 giugno all’11 settembre 2022, presenta nelle sale del MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli trenta opere provenienti da una collezione privata. 
 Il titolo fa riferimento alla relazione tra collezionista e artista, che nasce attraverso un “colpo di fulmine” per l’opera d’arte. Questa mostra rivela il risultato di rapporti costruiti negli anni dal collezionista con assidue frequentazioni degli studi d’artisti, delle gallerie e di spazi espositivi in diverse città italiane. L’ESCA racconta una parte di storia di questa collezione privata, influenzata anche dalla visione di alcune opere che hanno fatto la storia del Premio Termoli, prima ancora che esse diventassero parte della collezione permanente del MACTE. L’esposizione è incentrata su alcuni artisti emersi nel panorama dell’arte italiana negli anni Novanta. Si tratta di persone che hanno saputo giocare con diversi linguaggi e convenzioni dell’arte, ma alcuni hanno continuato a lavorare con successo, altri invece hanno avuto vicende alterne o addirittura smesso di esporre. Grazie a una collezione raccolta in quarant’anni, L’ESCA rappresenta un’occasione unica per scoprire opere che raccontano approcci critici, giocosi, narcisi, che hanno in comune un’insofferenza ai materiali e alle tecniche tradizionali in favore di una vena dissacratoria e introspettiva. Liberata dalla dimensione domestica, nella sale del museo, la collezione respira, rivelando tutta la sua ricchezza nella condivisione con il pubblico, che potrà di attivare commenti, opinioni, confronti.
Mario Dellavedova

Maurizio Cattelan

Alessandra Tesi

Francesco Bernardi

Mario Airò

Mario Dellavedova

Miltos Manetas

Sislej Xhafa

Stefano Arienti

Vedovamazzei


Friday, May 27, 2022

SALVATORE EMBLEMA AL REAL BOSCO DI CAPODIMONTE

Mentre tutti i pesci imparavano a nuotare dentro il buio dei loro stessi corpi, io ammaestravo il mare dell’ombra per poi navigare - dietro consiglio di piccole luci - il ventre trasparente del cielo ingannato dalle ore più oblique. Ma era solo la terra degli occhi miei e mi tiranneggiava ancora a giorni alterni, un ruvido sole di pietra gialla (Salvatore Emblema - Agenda, 1988) 
 Dal 26 maggio al 30 ottobre 2022, presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, si terrà la più ampia personale in un museo pubblico dedicata all’artista Salvatore Emblema, dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2006. Il progetto espositivo si articola in un percorso diffuso tra gli spazi interni del Museo e quelli esterni del Real Bosco, per approfondire quel processo di riappropriazione e sublimazione dell’elemento naturale e paesaggistico che ha caratterizzato gran parte dell’attività di Emblema tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80. 
La mostra si inserisce nel filone di mostre monografiche dedicate al rapporto di alcuni artisti con la città di Napoli: Pablo Picasso, Caravaggio, Vincenzo Gemito, Luca Giordano, Santiago Calatrava. 
Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 - 2006) nato alle pendici del Vesuvio, ha saputo coniugare lo scenario delle sue origini con il linguaggio astratto di matrice americana. Conosciuto per l'uso di materiali comuni, come la juta con cui ha composto i grandi dipinti segnati da figure geometriche, in mostra sono presentate anche opere meno note, tra cui alcune installazioni ambientali, indagini sul rapporto tra opera e ambiente, azione e contesto. Al successo che ha connotato gli anni ‘50 fino all’inizio degli anni ’80, è seguito un periodo di incomprensione da parte del pubblico. Per questo Capodimonte ha voluto fortemente dedicare a Salvatore Emblema un’ampia mostra, diffusa tra secondo e terzo piano del Museo, Cellaio e Real Bosco, ripercorrendo le fasi della sua ricerca, sia in senso cronologico che tematico. Per la prima volta è anche esposta, nella sala “Incontri sensibili”, l’installazione Scatole Trasparenti (1969-74), desunta da uno studio dell’artista.

Senza Titolo, 1985 
Terre colorate e carbone su tela di juta

Senza Titolo- Autoritratto, 1967
Terre colorate cenere e graffi su tela di juta



Cellaio

Giostra

Installazione cortile museo

Rami blu (dettaglio)

Scatole trasparenti

Senza Titolo -Terraemotus, 1984
Terre colorate e carbone su tela di juta


Thursday, May 26, 2022

DIALOGUE BETWEEN ETTORE SPALLETTI AND GIORGIO MORANDI

If you are in New York, don’t miss the opportunity to see again the dialogue between Giorgio Morandi and Ettore Spalletti at Maggiore g.a.m. at Tefaf Spring (Park Avenue 66th and 67th st) 
 The exhibition wanted by Franco, Roberta Calarota and Ettore Spalletti himself who choose even the color of the walls of the XV century building where Maggiore g.a.m. gallery is located in Bologna since 1978. The show has been described everywhere from newspapers to art books. Today we picked-up the description done by Francesco Bonami in "La Repubblica" when he said: « The Spalletti that I remember most is the one I saw a few years ago in Bologna at Maggiore g.a.m. where his works were placed next to those of Morandi […] Morandi's bottles and Spalletti's spaces were like the voices in a duet between two sopranos. Lightness and power. Two qualities that only a few great Masters have been able to create and control in the history of art »




Tuesday, May 24, 2022

Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro

"Il designer, quindi, non disegnerà più solo con la matita, ma creerà con la collaborazione di tecnici, scienziati, professori e dottori e, in un futuro abbastanza immediato, con un cervello elettronico. "
(Joe Colombo) 
 Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro è la mostra a cura di Ignazia Favata che si tiene dal 24 maggio al 4 settembre 2022 al GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Nel 1954 installa alla Triennale di Milano le Edicole Televisive, dove apparecchi Zenit diffondevano immagini e le persone potevano seguire trasmissioni informative; appassionato di jazz, insieme agli artisti Enrico Baj e Sergio Dangelo, arreda lo storico Jazz Club Santa Tecla con un collage di manifesti e manichini disintegrati che pendevano dal soffitto: comincia così il percorso straordinario di Joe Colombo (1930 – 1971) - sempre alla ricerca di nuove tecnologie e materiali, al confine tra formazione artistica e industriale - non a caso definito il profeta del design. 
A lui è dedicata questa mostra, in cui si esplora l’evoluzione della sua storia e il suo costante interesse verso nuove forme di progresso. 
Il percorso espositivo parte dalle prime esperienze degli Anni Cinquanta, dall’adesione al Movimento Arte Nucleare e la prima progettazione della Città Nucleare in cui troviamo già una città residenziale e una sotterranea con automobili, servizi, magazzini e metropolitana. La morte del padre e il suo necessario coinvolgimento nell’azienda di famiglia, lo portano a un cambiamento radicale con l’abbandono del mondo artistico e l’incontro con quello industriale, ma l’esperienza si rivela cruciale per Colombo, che impara tecniche costruttive, di produzione e incontra i nuovi materiali plastici. Dopo qualche anno, infatti, cede l’attività e apre il suo primo studio a Milano. 
 Gli anni Sessanta si aprono con il premio IN-ARCH per il controsoffitto in metacrilato nell’Albergo Continental a Platamona in Sardegna (1964), e la progettazione con il fratello Gianni della sua prima lampada Acrilica per O-Luce con cui vince la medaglia d’oro alla XIII Triennale di Milano (1964). 
 La capacità di astrazione sviluppata nei primi anni di attività e la successiva concretezza sviluppata nel suo periodo aziendale, lo portano a proporre oggetti di design con forme e materiali nuovi e con idee innovative sui modi di vivere del futuro. 
 La passione per la meccanica, il suo non sentirsi vincolato dai contesti architettonici che lui immagina sempre più piccoli e trasformabili, insieme ai suoi studi di ergonomia e psicologia, lo portano a realizzare progetti radicalmente innovativi come il Sistema Programmabile per Abitare, monoblocchi polifunzionali come la MiniKitchen per Boffi ed il Box 1 per La Linea arrivando anche a proporre Habitat Futuribili come Visiona 1 per Bayer, il Total Furnishing Unit per MOMA, o la sua stessa casa in Via Argelati a Milano.


Joe Colombo, Tube Chair per Cappellini / Cap Design spa, 1969. 

 Courtesy Cappellini / Cap Design spa 


Joe Colombo, BOBY per B-Line srl, 1970. 

Courtesy B-Line srl 


Joe Colombo, Multichair per B-Line srl, 1970. 

 Courtesy B-Line srl 


Joe Colombo, Minitopo per Stilnovo, 1970. 

Courtesy Stilnovo 


Joe Colombo, Poltroncina ad elementi curvati per Kartell spa, 1964.

Courtesy Kartell spa. 


Joe Colombo, Nastro per Bonacina 1889 srl, 1964. 

Courtesy Bonacina 1889 srl 


Joe Colombo, Elda per Longhi Spa, 1963. 

Courtesy Longhi Spa 


Joe Colombo, Robo per I.C.F. Industrie Carnovali srl, 1969. 

Courtesy Industrie Carnovali srl 


Joe Colombo, Continental per I.C.F. Industrie Carnovali srl, 1965. 

Courtesy Industrie Carnovali srl 


Joe Colombo, Mini Coupé per OLUCE srl, 1967. 

Courtesy Oluce srl 





Monday, May 23, 2022

Kerstin BRÄTSCH Die Sein: Para Psychics II

Milano - Dal 20 maggio al 29 luglio la Galleria GióMARCONI presenta Kerstin BRÄTSCH Die Sein: Para Psychics 
 Kerstin Brätsch intraprende la realizzazione dei Para-Psychics (2020-2021) nel corso di lunghi periodi di autoisolamento durante i quali si dedica a un rituale giornaliero, una routine diaristica consistente nel visualizzare il proprio regno psichico. Il pluriennale interesse per la medianità collega direttamente questa serie di disegni ai suoi precedenti Psychics (2006-2008) nei quali, facendo ricorso a letture divinatorie, l’artista esplorava simultaneamente lo stesso medium pittorico, continuando a incanalarlo poi attraverso altre forme artistiche, tecniche artigianali e collaborazioni. Privi di quei legami chiromantici i Para-Psychics simbolizzano tuttavia un’altra forma di chiaroveggenza, che stavolta muove verso l’interiorità.