Tuesday, March 21, 2023

This is Not The End

La mostra coinvolge 12 artisti, le cui 22 opere in esposizione aprono altrettante finestre
 su mondi, differenti visioni e modalità espressive di un gruppo di autori che ha partecipato
 a questo primo anno di vita del progetto editoriale IRAE Edition, rendendosi protagonista
 di un unico racconto collettivo.
La consapevolezza di essere ormai arrivati ad un punto di non ritorno per il pianeta,
 d’altro canto la certezza di poter solo ricominciare dal grado zero, per questo l’operazione che Paolo Canevari ha fatto su IRAE#1 è stata di totale cancellazione e, con un gesto di rottura concettuale e catartico allo stesso tempo, ha ricoperto l’intera prima pubblicazione di uno strato di inchiostro nero. In questa mostra, invece, l’artista è presente con due opere della serie “Monuments of the Memory”, in cui utilizza l’olio esausto, materiale che incarna in maniera paradigmatica l’inquinamento, portandoci a riflettere sulla degenerazione provocata dall’uomo sull’ecosistema, attraverso la visione di paesaggi neri che richiamano le profondità dell’io.

 

La visione distopica di Giacomo Costa in “Atmosfera 22”, che realizza attraverso la sua 
tecnica artistica un paesaggio a metà tra realtà e finzione in cui l’urbanizzazione è sviluppata all’ennesima potenza, ci rimanda ad una possibile fine della civiltà che si esaurisce per uno sviluppo insostenibile; allo stesso tempo i luoghi abbandonati di Nicola Bertellotti, portatori
 di un’estetica completamente opposta, sono l’altra faccia di una stessa medaglia, quella in cui l’elemento umano è invisibile, assente perché fuggito, per necessità o per scelta.

 

Il paesaggio che cambia è un passaggio quasi obbligato quando si parla di rapporto tra uomo e ambiente e rimarca una tematica fondamentale nel concetto di sostenibilità e cioè quello di equilibrio globale tra ecosistemi e tra uomo e natura. Qui si inseriscono le opere dei due lavori ambientati sul territorio italiano, quello di Angelo Cricchi che racconta, fissando romanticamente attraverso il banco ottico,   mutamenti di un paesaggio a forte rischio idrogeologico, il delta del Po; e quello di Valentina Piccinni e Jean Marc Caimi che, durante una documentazione durata anni, con il lavoro “Fastidiosa”, hanno descritto i cambiamenti delle campagne pugliesi straziate dalla Xylella, di pari passo alle vite degli abitanti che ne hanno subito le conseguenze e che allo stesso tempo sono stati protagonisti delle soluzioni.

 

Lunare e straniante, invece, è lo scenario che emerge dal sogno lucido di Jordi Bello Tabbipopolato da figure solitarie in cui, la piccola pianta conservata in una teca di vetro, sarà allo stesso tempo premonizione e anticipazione della forza e spirito di sopravvivenza impersonate dall’albero circondato di pietre disegnato da Andreco nell’opera “Struggle”. È il mondo vegetale infatti con la sua forza iconica e simbolica che farà da spartiacque e ci accompagnerà fino alla rinascita.

 

La trasformazione viene attuata in prima battuta da Michele Guido che, attraverso le
 sue serigrafie, cambia destinazione d’uso dell’oggetto rivista e lo porta ad essere opera a sé, smembrandolo e dandogli nuova vita sovrapponendovi soggetti e suggestioni tratte dal mondo vegetale. Elementi naturali vengono plasmati poeticamente dalle mani di 
Tiziana Cera Rosco il cui “Erbario dell’Emersione” è il risultato di un lungo lavoro fatto di alghe raccolte nell’Orto Botanico di Palermo, trasformate in opere d’arte dalle mani dell’artista.

 

 Ed è dall’acqua che la figura umana finalmente torna facendosi natura, attraverso una donna, l’Ophelia, di Matteo Basilè, che vediamo immersa in un liquido amniotico, in uno stato di grazia estatico che ha tanto della sacralità del rito. Riti di passaggio e magia accomunano opere molto diverse come quelle di Angelo Cricchi sulla figura della mistica cristiana Ildegarda di Binden e Domina Herbarium di Cirkus Vogler lavoro di collage che si ispira alla figura di Matteuccia da Todi. Infine la tela di
 Angelo Bellobono, è un’opera immersiva nata sulle montagne abruzzesi proprio durante la produzione di un servizio del magazine stesso, una tela, quella dell’artista in cui è racchiusa l’essenza della natura come forza portatrice di bellezza e rinascita.

 

This is [not] the End è un percorso che segue l’intento portato avanti da IRAE nell’ultimo anno e che va sempre più verso uno spirito di rinascita; perché, se è vero che il sonno della ragione genera mostri, allora è proprio la strada inversa quella che vogliamo percorrere: incuriosire, far accrescere la consapevolezza attraverso lo storytelling, ispirare nuovi modi di pensare, usare la bellezza come mezzo di cambiamento attraverso l’arte.

 

Data: inizio 22 marzo 2023 fine 16 aprile 2023
Luogo: Ambasciata d’Italia a Berna - Elfenstrasse 10






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