Sunday, May 28, 2023

FABRIZIO DUSI. All that glitters is not gold

Mercoledì 31 maggio 2023, alle ore 11.00, presso gli storici locali di Banca Cesare Ponti a Milano (Piazza del Duomo, 19), banca private di BPER Banca, si terrà la conferenza stampa di presentazione della mostra All that glitters is not gold dell'artista Fabrizio Dusi, a cura di Giorgia Ligasacchi. 
 Con questa esposizione, realizzata in collaborazione con il team arte di Pavesio e Associati with Negri-Clementi, con il Patrocinio del Comune di Milano, La Galleria BPER Banca si presenta per la prima volta a Milano.











Saturday, May 27, 2023

AL MACTE IL 63° Premio Termoli

Torna al MACTE la mostra del Premio Termoli. Giunto alla sua 63ma edizione, curata da Cristiana Perrella, il Premio Termoli è tra i più longevi del panorama artistico italiano e, dalla sua prima edizione nel 1955, ha consentito la creazione di una ricca collezione di opere d’arte, affidata alla Fondazione Macte nel 2019.
 Il Premio, articolato nelle sezioni Arti Visive e Architettura e Design, presenta per la Sezione Arti Visive una mostra di dodici artisti contemporanei, selezionati da un comitato curatoriale composto quest’anno da Davide Ferri, Alessandro Rabottini, Bruna Roccasalva e Alessandra Troncone. Tra quelle dei partecipanti – Luca Bertolo, Lorenza Boisi, Giulia Cenci, Diego Cibelli, Chiara Enzo, Irene Fenara, Linda Fregni Nagler, Adelita Husni-Bey, Luca Monterastelli, Valerio Nicolai, Eugenio Tibaldi e Michele Tocca – la giuria sceglierà l’opera vincitrice che entrerà nella collezione del MACTE con la modalità del premio acquisto. La giuria della Sezione Arti Visive è composta da Cristiana Perrella, Caterina Riva, direttrice del MACTE, e Francesco Stocchi, curatore del Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam. 
 Per la Sezione Architettura e Design è stata attivata una call internazionale per la progettazione del layout e degli elementi di arredo della futura biblioteca del museo MACTE. Le sei proposte progettuali più meritevoli, che saranno presentate in mostra, sono state scelte dalla giuria composta da Cristiana Perrella, Federica Sala, curatrice e design advisor, Marco Rainò, architetto, designer e curatore, e Paolo De Matteis Larivera, Presidente della Fondazione MACTE. I finalisti sono: BB (Milano), Chiara Cavanna–Isabella Ciminiello–Simone Nardi (Torino), thehighkey (New York), Matilde Cassani Studio (Milano), Ortiz + Zhou_O+R Studio (Siviglia) e Sara&Sara (Ljubljana). 
Per il progetto vincitore, oltre al conferimento di un premio in denaro, si valuterà l’effettiva realizzazione negli spazi del museo. Sono molto felice delle opere che partecipano a questa edizione del Premio, restituiscono un’immagine sfaccettata e non prevedibile delle tendenze recenti dell’arte italiana, dimostrandone vitalità, qualità e molteplicità. Il loro dialogo in mostra sarà stimolante – commenta Cristiana Perrella – Anche la Sezione Architettura e Design ha offerto proposte molto diverse e suggestive, spesso difficilmente ascrivibili al solo loro ambito disciplinare e invece in forte dialogo con le pratiche artistiche.

Bruna Esposito - Oro colato LXII  Premio Termoli 2021
MACTE Foto di Gianluca Di Ioia
Installation view Premio Termoli 2021 
MACTE Foto di Gianluca Di Ioia
Liliana Contemorra Senza titolo1973 alluminio smaltato e satinato su tavola 99 x 66 cm
XIXPremio Termoli 
2021 MACTE Foto di Gianluca Di Ioia
Pino Pinelli Pittura G.R.1982 8elementi di legno e feltro dipinti 31 x 23 x 4 cmXXVIII 
Premio Termoli 1983 Foto di Gianluca Di Ioia


Friday, May 26, 2023

Louis Vuitton RESORT 2024

Nicolas Ghesquière sceglie Isola Bella nel Lago Maggiore per far sfilare la collezione resort 2024 di Lous Vuitton. “Sono stato molto attratto dalla storia intorno al lago, le sue creature fiabesche”, ha detto il designer prima della sfilata, sottolineando che voleva che i primi modelli trasmettessero “la sensazione che stanno uscendo dall'acqua, sono gli esploratori del lago, creature bellissime, quasi come le mitologiche sirene lacustri con ali di drago”. Statue, obelischi e fontane si integrano con la vegetazione delle 10 terrazze panoramiche del palazzo Borromeo dove è stata allestita la sfilata. Ghesquière ha parlato di romanticismo, ispirato anche dal lago. Pur ammettendo di aver preso una strada diversa rispetto alle sue precedenti location per le mostre - che includevano il futuristico MAC Niterói in Brasile di Oscar Niemeyer o il TWA Flight Center all'aeroporto JFK di New York di Eero Saarinen - ha affermato di ritenere che "l'architettura sia estremamente forte qui, e in più c'è la storia. "Ho sempre voluto esibire in Italia, -dice Ghesquière- la cultura italiana è affascinante ed è un sogno esibire qui in un luogo così iconico, molto sofisticato e un po' segreto".





 

Thursday, May 25, 2023

Attilio Solzi. Tra Presenza e Assenza

Dal 26 maggio al 25 giugno 2023, gli spazi di Nonostante Marras a Milano accolgono la mostra Attilio Solzi. Tra Presenza e Assenza, a cura di Antonio Marras. 
Attilio Solzi, fotoreporter professionista con la passione per la fotografia d'autore, orienta la sua ricerca artistica verso una visione iperrealista del mondo femminile, dell'immagine del corpo e della sua rappresentazione, con un'attenzione sempre presente a soggetti e situazioni marginali. 
Lavora con foto, video, collage e libri d'artista, forma che predilige per la realizzazione dei suoi progetti. In mostra 42 stampe del progetto fotografico The absence (2019-2020) e 45 collage racchiusi in cornici nere della serie inedita Blame (2022-2023), affiancati da piccoli collage su cemento e foto su lenzuola. The Absence è imperniata sullo studio di una delle sedie utilizzate dalle prostitute che frequentano la strada statale Paulese, che collega le città di Milano e Cremona. Utilizzata principalmente di pomeriggio e di notte, la sedia di plastica viene "abbandonata" durante il giorno, quando viene incatenata alla segnaletica stradale dalla sua proprietaria. Per un anno Solzi ha fotografato la sedia tutti i giorni, la mattina presto o il primo pomeriggio, nella posizione esatta in cui la prostituta l'ha lasciata. 
La serie di fotografie documenta il tempo dell’attesa, del passaggio, dello scorrere del tempo alternando luce e buio, stagione dopo stagione. La presenza umana è solo suggerita. Persone invisibili, ai margini della società e della comunità, lasciano tracce impersonali e trascurabili come un pacchetto di sigarette o una bottiglia di birra. Il lavoro è confluito poi nel libro "The Absence", che ha vinto il Premio Marco Bastianelli come miglior libro di fotografia pubblicato in Italia nel 2021. 
Blame si configura in una sorta di diario, composto da una serie di collage che l’artista realizza con fotocopie delle sue foto, annotazioni, osservazioni e scritte, utilizzando come base i fogli di un vecchio quaderno. 
Attilio Solzi ha esposto in numerose gallerie e fondazioni, tra le quali Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Quadriennale di Roma, Metronom Modena. Tra i suoi libri figurano: “Something before death”, Bad Weather Press, Spagna (2022); “Verbum”, 89books con testo di Lorenzo Madaro, Italia (2022); “Hole Hose Hope”, Everyedition, Svizzera (2022); “Obsession”, Dito Publishing, Italia (2021); “The last summer”, Salt n Pepper, Gran Bretagna (2021); “The Absence”, 89books, Italia (2021) vincitore del Premio Marco Bastianelli come miglior libro fotografico pubblicato in Italia nel 2021 “New Perspectives in Western Civilization”, Everyedition Svizzera (2020); “The Deaf-Mute”, Paranoia , Estonia (2019); “Monolith”, 89books con testo di Michele Bonuomo , Italia (2019); “Odd One Out”, Studio Bibliografico l'Arengario , Italia (2019); “Concrete”, Samopal Books, Russia (2019); “Untitled”, Les Crocs Electriques , Francia (2018); “Home Video Diary”, Void, Grecia (2017); "Dollhouse", Lieutenant Willsdorff, Francia (2016); "The car", Unknown Books, Portogallo (2016); "Taedium", Yard Press, Italia (2015); "Flat Land", Silvana Editoriale con testo di Luca Beatrice, Italia (2003); "Wo-Men" Calco Editore, Italia (2002); "Emil Mihaela e altre storie" Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Italia (2002).





Wednesday, May 24, 2023

MILO. Salvare l'ambiente, salvare la bellezza

Agostino Art Gallery di Milano (Via Solari, 72) presenta, dal 25 maggio al 18 giugno 2023, "Salvare l'ambiente, salvare la bellezza", mostra personale di Lorenzo Mucchetti, in arte Milo, artista bresciano classe 1963, ideatore e fondatore del Movimento Realtà Permanente. Curata da Cinzia Lampariello Ranzi, l'esposizione sarà inaugurata giovedì 25 maggio con orario 18.30-21.30, alla presenza dell'autore. 
 Al centro della ricerca di Milo vi è il concetto della doppia dimensione temporale delle cose, di un monumento storico così come di una squadra di calcio (una delle ultime creazioni è un polittico dedicato al Napoli per lo scudetto), o ancora di un'icona, come la Marylin Monroe di Andy Warhol. 
Sulla stessa tela, Milo fissa due momenti distinti della storia del soggetto: esso viene mostrato rovinato dall'azione distruttiva del tempo, dell'incuria e della storia, ma attraverso strappi e brandelli di colore che intaccano l'unità visiva (come una ‘sfogliazione', un dècollage, sulla scia dell'eredità di Mimmo Rotella) riemerge la figura originaria con la sua estetica primigenia, affermando così la vittoria sul tempo e le sue sfide. 
 Al centro della tela sono presenti le immancabili orme umane sulle cose, una sorta di firma di Milo che così restituisce alla bellezza la pura essenza della contingenza. La tecnica utilizzata è mista: l'artista parte da una composizione delle diverse immagini del soggetto e ne produce dei manifesti unici, che applica poi su tela. Qui genera la ‘sfogliazione'. 
L'applicazione di oggetti di uso comune che abitualmente vengono abbandonati come residui di un consumismo becero completa il messaggio in chiave pop anni Sessata. 
Tre i colori tipici di Milo: il nero, a significare gli effetti dell'inquinamento sulle superfici, il rosso, ovvero la violenza gratuita inflitta dall'uomo con comportamenti vandalici o irriverenti, infine il bianco, l'inevitabile deterioramento che il tempo porta con sé. Il progetto ideato per Agostino Art Gallery comprende gli "Omaggi d'autore", ovvero dipinti dedicati agli artisti che hanno influenzato la maturazione artistica di Milo, alcune opere di grandi dimensioni ispirate alla Madonnina di Milano, alla Torre pendente di Pisa e al Ponte di Rialto, infine le "Pillole", tele in dimensione minimale in cui si ritrovano i medesimi concetti della Realtà Permanete, ma senza applicazioni. 
Le pillole rappresentano monumenti presenti a Venezia, Bologna, Positano, Ferrara e la basilica di Sant'Ambrogio a Milano. Milo inizia la sua produzione artistica negli anni Duemila. Nel 2019 Vittorio Sgarbi ne promuove l'opera in diverse manifestazioni nazionali e Milo riceve subito premi e riconoscimenti. Decisivo è poi l'incontro con Gianni Dunil: è grazie al critico che Milo entra nella storia dell'arte italiana con l'inserimento del suo profilo nell'Atlante dell'Arte Contemporanea (De Agostini, 2020). 
Alla sua prima personale a Milano, nel gennaio 2023, riceve l'apprezzamento di Stefano Zecchi, che presenta personalmente l'esposizione. È in quella occasione che Cinzia Lampariello Ranzi scopre Milo e si innamora delle sue tele e del suo Movimento Realtà Permanente. Negli eventi promossi da Agostino Art Gallery si ritrovano autori come Marco Lodola, Michele Tombolini, Fabrizio Vatta e Walter Davanzo, ma anche Tvboy, i PichiAvo, Vincent Vee, Mr. Brainwash, Raptuz, Jamie Reid, Obey, Endless, Alberto Petrivelli e Gumm. 
Milo -Omaggio a Cesar Coca Cola 2022
acrilico su faesite con applicazione di lattine compresse in teche di plexiglas
Milo - La Cupola di Positano 2022
collage su tavola e interventi ad acrilico
Milo - La torre pendente  2016
collage sut ela con interventi ad acrilico e applicazioni
Milo- Omaggio a Arman 2021
crilico su tela con assemblaggio di bulloni
Milo - Omaggio d'autore a Boetti nel mezzo del cammin Dante 2021
acrilico su tela stampata

Milo-Savonarola 2022
collage su tavola con interventi ad acrilico

MILO. Salvare l'ambiente, salvare la bellezza
A cura di Cinzia Lampariello Ranzi
Agostino Art Gallery, Milano 
25 maggio - 18 giugno 2023 
Inaugurazione: giovedì 25 maggio, ore 18.30-21.30

Tuesday, May 23, 2023

VISIONAREA- IEROGAMIA-La Guarigione attraverso il Mito e il Rito

Si inaugura, martedì 30 maggio 2023, il nuovo appuntamento della stagione di VISIONAREA Art Space, progetto che, per il settimo anno consecutivo apre con l’artista ANGELO CRICCHI con la mostra dal titolo IEROGAMIA - La Guarigione attraverso il Rito e il Mito, a cura di Gianluca Marziani. 
Prima Sala In esclusiva per VISIONAREA un progetto fotografico che mette assieme diversi lavori inediti con opere antologiche che qui trovano un rilucente tracciato espositivo. “Ildegarda con ancelle” si staglia sul fondo della parete centrale, un bosco oscuro che calamita la prospettiva nei riti della guarigione ancestrale. Ai suoi lati, ricreando stereofonie visive di un’ideale cerchiatura labirintica, spuntano due allegorie: “Ildegarda bambina” e “Ildegarda adulta”, doppio close-up che scivola fuori dal bosco per isolare l’irradiazione elettrica di una donna dalla modernità atomizzante. Sui due lati lunghi si trovano due dittici e una sequenza in tre scatti: da una parte le ritualità ierogamiche tra le selve del bosco, messe in relazione “pericolosa” con la figura maschile del mandylion; dall’altra un labirinto sotto un sole mediterraneo, tra figure archetipiche che esprimono l’essenza fantasmagorica del clima umano nel tempo sospeso degli immaginari. La ierogamia o hieròs gámos (dal greco ιερογαμία, «matrimonio sacro») di cui è sinonimo teogamia (dal greco θεογαμία, «matrimonio divino») indica un rito sessuale in cui due o più partecipanti umani rappresentano la sacra unione o sizigia (congiunzione) tra un dio e una dea. mandylion (dal greco μανδύλιον, “panno, fazzoletto”) o immagine di Edessa era un telo, venerato dalle comunità cristiane orientali, sul quale era raffigurato il volto di Gesù. Il mandylion era conservato a Edessa di Mesopotamia, nel X secolo venne traslato a Costantinopoli, finché nel 1204 se ne persero le tracce. Alcuni studiosi ritengono che esso fosse lo stesso telo noto oggi come Sindone di Torino. Ildegarda di Bingen è stata una monaca benedettina tedesca con spiccate doti mistiche e letterarie. Venerata come santa dalla Chiesa Cattolica, nel 2012 è stata dichiarata Dottore della Chiesa da Papa Benedetto XVI. Nella sua complessa vita dimostrò numerosi talenti, spiccando come erborista, naturalista, gemmologa, cosmologa… 
Seconda Sala A dominare la scena un vero giardino edenico da calpestare, sorta di portale installativo che attiva il rito sensoriale e porta l’orecchio verso il video “The secret life of plants”. Alle pareti altre immagini fotografiche che completano la vertigine ierogamica della mostra, un intrico districabile che officia il nostro salto pagano nella catarsi botanica dei corpi liberati. “Santa Cecilia” e “Santa Veronica” chiudono la seconda sala con un volo nel bianco, quasi a farci respirare pura sensualità metafisica dopo il dosaggio di clorofilla e mitologie attorno ai rituali agonistici di Ildegarda… Il sottotitolo della mostra dispiega le sue “cure” nel gioco di apparenze naturali e testimonianze sensoriali. Gli effetti non sono farmacologici, ovvio, ma rivelatori di connessioni plausibili, passaggi segreti, salti specisti. 
Angelo Cricchi ci proietta nel rito fotografico che stabilizza l’istante mentre mineralizza il dinamismo biologico dei contenuti: ed è proprio la fotografia a disegnare il passaggio segreto del testo letterario, la sua funzione visiva di unguento estetico che cura la conoscenza mentre indica la reminiscenza. IEROGAMIA secondo Angelo Cricchi 
Una mostra ideata come un circuito narrativo lungo le pareti e i pavimenti delle due sale. Un rituale di passaggi visivi e tematici in cui il corpo registra le trasformazioni metamorfiche degli atti catartici, diventando geografia alchemica di una navigazione sacrale, intrisa di mitologie e tracce esoteriche, trasformando quel bianco della galleria in un bosco, un labirinto, un orizzonte nascosto, un fondale metafisico, un mistero… 
Scrive Anna Simone: “Le ierogamie che Angelo Cricchi presenta in questa mostra - termine attraverso cui si indicano i riti nuziali tra due divinità, così come tra il divino e l’umano - materializzandosi in miti e riti curativi che attraversano anche il simbolico del maschile e del femminile, travalicano le narrazioni identitarie delle religioni monoteiste sino a restituire un pluralismo di interregni tra corpo e spirito, tra esperienza sensuale, trascendenza e immanenza, tra natura e cultura…” Le narrazioni ierogamiche vanno dalla mitologia greca all’origine della figura di Cristo, dai rituali antropologici connaturati all’umida madre terra sino al simbolismo cinese e all’innesto tra umanità e divinità animale. Questi codici narrativi diventano, lungo la mostra, vere e proprie “Imago” che materializzano il fatidico inconscio, quel teatro innato e nascosto in cui gli umani percepiscono tanto i fatti della vita quanto le personali proiezioni fantasmatiche e archetipiche. In una imago si trova tutto: il sogno, il concetto, il riflesso, l’allegoria, la vita stessa. Oltrepassando i canoni della mera rappresentazione effimera, le “imago” di Cricchi diventano esse stesse curative perché intrise di sentimenti arcaici e poetiche contemporanee. Ciò che guardiamo con la retina si trasforma, dentro un ideale poetico, nel modo plausibile di guarire il “malessere” attraverso un concatenarsi ciclico di riti e miti. 
La Guarigione attraverso il Rito e il Mito Il sottotitolo della mostra dispiega le sue “cure” nel gioco di apparenze naturali e testimonianze sensoriali. Gli effetti non sono farmacologici, ovvio, ma rivelatori di connessioni plausibili, passaggi segreti, salti specisti. Angelo Cricchi ci proietta nel rito fotografico che stabilizza l’istante mentre mineralizza il dinamismo biologico dei contenuti: ed è proprio la fotografia a disegnare il passaggio segreto del testo letterario, la sua funzione visiva di unguento estetico che cura la conoscenza mentre indica la reminiscenza. 
Scrive Gianluca Marziani: Angelo Cricchi ha gradualmente plasmato la sua lunga relazione col corpo umano in un habitat fotografico. L’esperienza nel sistema Moda gli ha dato strumenti d’ingaggio per definire l’azione sublimante del corpo nello spazio funzionale del contesto; al contempo si è formata nella sua retina una vita genomica parallela, un habitat dai fondamenti letterari e filosofici, attinenti alle rivelazioni che le azioni iconografiche determinano. Siamo di fronte ad un artista che ha costruito il suo environment privilegiato, definendo un giardino delle proprie meraviglie, un profumato eden che rivela bellezza ma nasconde veleni pungenti e frutti rossi della discordia primordiale… 
 Epilogo in forma di VASO 
SI chiude questo viaggio con l’oggetto più arcaico e universale tra i manufatti umani: il vaso in ceramica smaltata, recipiente dal valore pratico e dalle storie infinitamente complesse. Le forme esposte sono diverse e tracciano sensualità morbide in cui l’eros della tattilità accarezza la figura femminile che si ripete lungo i margini, quasi fosse parente cronofotografica di Étienne-Jules Marey. Quella sintesi di erotismo alla Isadora Duncan, quei veli bianchi o neri che diventano ali traslucenti di una danza terrestre, quello scivolamento del corpo nella pasta neutra del vaso, tutti riti agonistici e fotografici che attirano i nostri respiri ottici mentre sembrano sussurrarci una cosa: tutto il mistero di questa mostra potrebbe uscire dai vasi irradianti o rientrarci dentro fino alla prossima Pandora. Attorno ai volumi sinuosi dei vasi chiudiamo questo cammino nel bosco elettrico di Angelo Cricchi. Tra le piante appaiono corpi di sante, martiri, eroine e donne che hanno concesso l’eternità alla propria storia su questo pianeta. Sono figure archetipiche, guide spirituali che si muovono con erotismi sinuosi tra gli edifici verticali - alberi - che la natura produce. Tutte loro compiono gesti minimi ed essenziali, come se la vita “agonistica” le avesse condotte nel rito della guarigione, qui nel silenzio di un bosco che accoglie i loro corpi e la loro energia invisibile. Donne che sono maschile e femminile dentro ogni singola postura, donne che ci guidano con il loro sguardo di fertilità seminali, donne che tessono fili sentimentali tra i rami di quel bosco familiare.