Thursday, October 20, 2016

MARINA SAGONA -EDEN

"Eden", the new project of New York based artist Marina Sagona opened at La Nuova Pesa - center for contemporary art in Rome in partnership with the Ierimonti Gallery of New York. In this new work the artist puts the emphasis on the inversion of the values ​that characterize the contemporary world. Values ​​such as love, friendship and compassion are emptied of their positive role and marginalized opening the way to a new way of feeling. The world is launched towards a new "state of nature" where the law of the strongest is applied and where a system of absolute freedom that finally becomes anarchy and state of war is established. In this new work Marina Sagona continues the dialogue she had started in her previous project dedicated to the women of the Divine Comedy and asks questions such as: how would you rate in today's society the women condemned by Dante? It is really being damned or in today's world it is being saved? What is present day's Eden of the living? Through her paintings, Marina Sagona takes us in this world step by step by step and reversal of roles occurs: those who resided in Heaven are thrown into Hell and, vice versa, those confined in Hell can buy your indulgence and group until you get close to God. The representation of heaven on earth thakes the viewer to the next step: we are not seeing a reversal anymore, there are no longer two places where to confine and keeo separate from sinners, but everything lives in the same place where everything is confused. The dividing line between what is right and what is wrong vanishes in this earthly paradise that looks all but '' Eden '.

Dal 18 al 29 ottobre sono in mostra presso il centro per l'arte contemporanea La Nuova Pesa a Roma , in collaborazione con la Ierimonti Gallery in New York, il nuovo progetto di Marina Sagona:Eden, attraverso cui l'artista pone l'accento sull'inversione di valori che caratterizza il mondo contemporaneo:valori come l'amore, l'amicizia, la compassione vengono svuotati della loro funzione positiva, emarginati per dare spazio a un nuovo sentire. Il mondo è catapultato in un nuovo "stato di Natura", in cui vige la legge del più forte, e si instaura un regime di assoluta libertà che si trasforma in anarchia e stato di guerra.
Le opere di Marina Sagona proseguono una riflessione avviata nel precedente progetto, che aveva per tema le donne della Divina Commedia, e pongono una serie di domande: come giudicherebbe la società odierna le donne condannate da Dante? Cosa significa essere dannati o salvati, nel mondo di oggi? Cos’è ai nostri giorni l’Eden dei vivi?
Marina  Sagona ci fa calare in questo mondo attraverso le sue tele, dove avviene un’inversione di ruoli: chi risiedeva in Paradiso viene gettato all’Inferno, e viceversa chi era confinato all’Inferno riesce a comprarsi la propria indulgenza e a scalarne i gironi fino ad arrivare prossimo a Dio. Tuttavia è nella rappresentazione del paradiso terrestre che si realizza il passo successivo: qui non assistiamo più ad un’inversione, non ci sono più due luoghi dove poter confinare e separare i meritevoli dai peccatori, ma tutto vive nello stesso luogo, tutto si confonde. La linea di demarcazione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato svanisce in questo paradiso terrestre che a tutto assomiglia fuorché all’ “Eden”.












Wednesday, October 19, 2016

TWO DIFFERENT WAYS TO WEAR A SKIRT THAT WAS A BABYDOLL

 I wore this skirt in two different ways: one with a Red Valentino's chiffon shirt and powder pink heels with socks, a little bit doll style; another way to wear this skirt is with a simple vintage t-shirt and flat boots to soften the naïve tones of this skirt.

Ho indossato questa gonna in due diversi modi: uno con una camicia di chiffon di Red Valentino e tacchi rosa cipria con calzini, un po' stile bambolina; un altro modo  di indossarla è con una semplice t-shirt vintage  e stivali flat  per smorzare i toni naïve  di questa gonna.
                                                                                                                       photo:Alessandro Giuliano



FLOUNCES - S/S2017
1:Diesel Black Gold - 2-3:Chloè - 4:Christian Dior

1:Alexander McQueen - 2:Anna Sui - 3:Blugirl-4:Blumarine

1:Philosophy di Lorenzo Serafini- 2:Piccione.Piccione - 3:Preen by Thornton Bregazzi- 4:Vivetta

1:Gucci - 2:Ermanno Scervino -3:Giambattista Valli- 4:Elie Saab
Related Article:http://www.scostumista.com/2016/10/my-ex-baby-doll.html

Tuesday, October 18, 2016

MY EX BABY DOLL

This skirt was actually a lace and nylon 60's babydoll  that I cut, I took off one flounce, and I curled at the waist with a smocking stitch.
Questa gonna in realtà era un baby doll in pizzo e nylon degli anni '60 che ho tagliato, ho levato una balza, e lo arricciata in vita con un punto smock.



CLOSET CASTLE di Annapaola Brancia d'Apricena


Renewed findings from the coffer of a castle


'60 lace ruffles skirt
Gonna co balze in pizzo anni '60
Old baby doll that I turned into a skirt


 LACE RUFFLES
Marianne Faithfull

Jean Shrimpton by Richard Avedon

Courthney Love
Related Article:http://www.scostumista.com/2016/10/two-different-ways-to-wear-skirt-that_19.html

Monday, October 17, 2016

MOLESKINE CAFE' - MILANO

Bruce Chatwin portava sempre con sé durante i suoi viaggi un taccuino per annotare i suoi pensieri e le sue esperienze. Il taccuino Moleskine è stato espressamente disegnato sul modello dei taccuini che Chatwin portava con sé.
Per il terzo anno consecutivo Milano supera Roma per visitatori: nel 2016 ne aspetta 7,7 milioni e se i giovani scappano dall’Italia, a Milano nell’ultimo anno sono venuti a studiare da tutto il mondo 40mila ragazzi e la scelgono per la qualità della vita, oltre ai turisti, sempre più viaggiatori arrivano a Milano per lavoro: secondo il Global Destination Cities Index di MasterCard, nel 2016 Milano si piazza al 14° posto mondiale per numero di arrivi all’anno.
Chissà quanti di questi visitatori hanno nelle loro tasche una Moleskine.
Dallo scorso luglio visitatori e milanesi hanno la possibilità di recarsi in un bistrot, caffè, galleria, co-working, cartoleria, libreria,  nuovo centro di aggregazione culturale e contemporaneo, ovvero il Moleskine Café.
Non poteva che sorgere nel cuore pulsante di Milano, Brera, il primo Moleskine Café con le sue linee pulite e i colori pacati, come le pagine color avorio e la copertina nera di un taccuino Moleskine. Un centro di aggregazione culturale che vuole essere la casa dei creativi che scrivono, disegnano, dipingono su quelle pagine. Il processo creativo è al centro di questo Café: una parete al pianterreno è dedicata a mostre incentrate sulle prime fasi del processo creativo: schizzi, appunti e concept in nuce di architetti, designer, illustratori, registi e innovatori, affermati o emergenti.
Per cominciare, dal 12 settembre al 12 novembre una piccola mostra sulla psichedelia anni ’60 nell’illustrazione e nella grafica. Accanto alle finestre, speciali teche di vetro mettono in mostra fino al 30 ottobre i taccuini della collezione AtWork, risultato di una serie di workshop svolti in Bahrain, Senegal, Uganda e Italia come parte di un progetto di formazione per artisti emergenti creato dalla fondazione lettera27 e dal curatore elvetico- camerunense Simon Njami, e dal 9 ottobre anche la mostra “Visual Script” a cura di òbelo sarà visitabile all’interno del Moleskine Café.
Cultura, arte, design, ma anche cibo: pranzo e colazioni leggeri ed energizzanti, ogni sabato e domenica, da mezzogiorno, brunch con piatti freschi e torte fatte in casa.
Con la prossima creazione di una rete di Moleskine Café, l'azienda intraprende un nuovo percorso nel settore del Retail Food and Beverage, in linea con la sua filosofia di innovazione.
Appuntate questo indirizzo sul vostro taccuino:
Moleskine Café-Corso Giuseppe Garibaldi 65 Milano







Friday, October 14, 2016

OPENING CENTRO ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI

Cresce l’attesa per il Grand Opening del nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, in calendario il prossimo 16 ottobre 2016, dopo il completamento dell’avveniristico ampliamento a forma di navicella spaziale dell’architetto di stanza a Rotterdam Maurice Nio e la riqualificazione dell’edificio originario di Italo Gamberini. Il Centro Pecci sarà infatti l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa, a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020. Fondato nel 1988  il Centro Pecci si appresta a diventare un punto di riferimento internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. La sua missione sarà, infatti, quella di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura, cercando al contempo di avvicinare il più possibile l’arte alla società. Sarà un luogo non solo espositivo, ma anche basato sulla ricerca e la sperimentazione. La mostra inaugurale, intitolata La fine del mondo, a cura del direttore Fabio Cavallucci,  non vuol essere  la rappresentazione di un futuro catastrofico imminente, ma insieme presa di coscienza della condizione di incertezza in cui versa il nostro mondo e riflessione sugli scenari che ci circondano. I mezzi, anche concettuali, d’interpretazione della realtà che noi abbiamo conosciuto non sono più in grado di comprendere il tempo presente. Di qui, da questo cambiamento strutturale, nasce un senso diffuso di fine.”Attraverso le opere di oltre 50 artiste e artisti internazionali e con un allestimento che si estenderà sull’intera superficie espositiva del museo di oltre 3000 metri quadrati, la mostra si configura come una specie di esercizio della distanza, che spinge a vedere il nostro presente da lontano. Il pubblico entrerà nella nuova ala realizzata da Maurice Nio – sorta di navicella spaziale atterrata da chissà quale pianeta e pronta con la sua antenna a emettere onde o a ricevere messaggi “cosmici” – e si troverà di fronte a un’installazione dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn: un Break Through, uno sfondamento da cui cadono i cascami di un’altra dimensione. Una volta all’interno sperimenterà la sensazione di vedersi proiettato a qualche migliaio di anni luce di distanza da noi, rivedendo il nostro mondo come un reperto fossile, lontano ere geologiche dal tempo presente, spinto a pensare alle incommensurabili distanze cosmiche e ai lunghissimi tempi della storia della Terra e dell’Universo, di fronte ai quali le nostre esistenze sono solo frammenti inconsistenti. Quel mondo che abbiamo conosciuto dall’origine dell’umanità a oggi, il nostro mondo, ci apparirà dunque già finito, e la sensazione sarà quella di essere sospesi in un limbo tra un passato ormai lontanissimo e un futuro ancora distante. La fine del mondo si colloca all’interno di questo limbo e attraverso lavori di natura diversa, spesso da attraversare, da esperire fisicamente, in una scansione di spazi e di suoni che si succedono, ci trascinerà in un movimento continuo, ineluttabile, una specie di loop, di eterno ritorno che ritmicamente ci allontana e ci riavvicina al presente, proponendoci nuove chiavi di lettura.
Il percorso raccoglierà interventi di artisti ormai affermati internazionalmente, dal nativo americano Jimmie Durham al cubano Carlos Garaicoa ai cinesi Qiu Zhijie e Cai Guo-Qiang, fino a opere di artisti più giovani come il brasiliano Henrique Oliveira o lo svizzero Julian Charrière con un lavoro realizzato a quattro mani insieme al tedesco Julius Von Bismarck. Non mancheranno poi lavori ormai appartenenti alla storia dell’arte, come quelli di Marcel Duchamp, di Pablo Picasso o di Umberto Boccioni. Ma numerosissimi saranno anche gli artisti giovani e ancora poco conosciuti, molti dei quali provenienti dalle aree geografiche in cui sono presenti forti contrasti e conflitti, come l’Europa dell’Est, il Nord Africa, il Medio Oriente, il Sud America. Il pubblico attraverserà i vari ambienti sperimentando diverse sensazioni: dal distacco da questo nostro mondo, così piccolo e insignificante, alla malinconia per qualcosa che abbiamo amato e abbiamo perduto, fino a riconoscere qualche barlume di futuro, comunque già oggi presente, anche se non ce ne accorgiamo. Lungo il percorso espositivo tutte le espressioni e i linguaggi artistici saranno interconnessi: la musica, il teatro, il cinema, l’architettura e la danza non rappresenteranno solo eventi collaterali, ma si snoderanno come momenti integranti della mostra, contribuendo a costruire una narrazione immersiva e coinvolgente. Così, oltre agli artisti, saranno molteplici le personalità di altro genere, eclettiche e visionarie, che arricchiranno il racconto con il loro contributo: dalla celebre cantante Bjork all’architetto Didier Fiuza Faustino, al drammaturgo e attore Pippo Delbono, fino al musicista elettronico Joakim.


Thomas Hirschhorn- Break-through (one)

Aristide Antonas -  Landscape with Crane Rooms and Keg Apartments

Riccardo Arena -  Vavilon | Solovki Islands, Project C

Fayçal Baghriche -  Half of what you see

Umberto Boccioni - Forme uniche nella continuità dello Spazio 

Ali Cherri - Paysages tremblants  

Hanne Darboven -  Opus 26 Quartet 

Carlos Garaicoa -  De cómo la tierra se quiere parecer al cielo 

Robert KuÅ›mirowski -  STRONGHOLD 

Museo Fiorentino di Preistoria -  Amigdala

NASA -  Beams of Light on a Golden Lake

Henrique Oliveira -  Transarquitetonica

Ekaterina Vasilyeva and Hanna Zubkova - Axe de revolution 

Qui Zhijie -  Installation view of The Map of the Third World 

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