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Thursday, May 25, 2023

Attilio Solzi. Tra Presenza e Assenza

Dal 26 maggio al 25 giugno 2023, gli spazi di Nonostante Marras a Milano accolgono la mostra Attilio Solzi. Tra Presenza e Assenza, a cura di Antonio Marras. 
Attilio Solzi, fotoreporter professionista con la passione per la fotografia d'autore, orienta la sua ricerca artistica verso una visione iperrealista del mondo femminile, dell'immagine del corpo e della sua rappresentazione, con un'attenzione sempre presente a soggetti e situazioni marginali. 
Lavora con foto, video, collage e libri d'artista, forma che predilige per la realizzazione dei suoi progetti. In mostra 42 stampe del progetto fotografico The absence (2019-2020) e 45 collage racchiusi in cornici nere della serie inedita Blame (2022-2023), affiancati da piccoli collage su cemento e foto su lenzuola. The Absence è imperniata sullo studio di una delle sedie utilizzate dalle prostitute che frequentano la strada statale Paulese, che collega le città di Milano e Cremona. Utilizzata principalmente di pomeriggio e di notte, la sedia di plastica viene "abbandonata" durante il giorno, quando viene incatenata alla segnaletica stradale dalla sua proprietaria. Per un anno Solzi ha fotografato la sedia tutti i giorni, la mattina presto o il primo pomeriggio, nella posizione esatta in cui la prostituta l'ha lasciata. 
La serie di fotografie documenta il tempo dell’attesa, del passaggio, dello scorrere del tempo alternando luce e buio, stagione dopo stagione. La presenza umana è solo suggerita. Persone invisibili, ai margini della società e della comunità, lasciano tracce impersonali e trascurabili come un pacchetto di sigarette o una bottiglia di birra. Il lavoro è confluito poi nel libro "The Absence", che ha vinto il Premio Marco Bastianelli come miglior libro di fotografia pubblicato in Italia nel 2021. 
Blame si configura in una sorta di diario, composto da una serie di collage che l’artista realizza con fotocopie delle sue foto, annotazioni, osservazioni e scritte, utilizzando come base i fogli di un vecchio quaderno. 
Attilio Solzi ha esposto in numerose gallerie e fondazioni, tra le quali Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Quadriennale di Roma, Metronom Modena. Tra i suoi libri figurano: “Something before death”, Bad Weather Press, Spagna (2022); “Verbum”, 89books con testo di Lorenzo Madaro, Italia (2022); “Hole Hose Hope”, Everyedition, Svizzera (2022); “Obsession”, Dito Publishing, Italia (2021); “The last summer”, Salt n Pepper, Gran Bretagna (2021); “The Absence”, 89books, Italia (2021) vincitore del Premio Marco Bastianelli come miglior libro fotografico pubblicato in Italia nel 2021 “New Perspectives in Western Civilization”, Everyedition Svizzera (2020); “The Deaf-Mute”, Paranoia , Estonia (2019); “Monolith”, 89books con testo di Michele Bonuomo , Italia (2019); “Odd One Out”, Studio Bibliografico l'Arengario , Italia (2019); “Concrete”, Samopal Books, Russia (2019); “Untitled”, Les Crocs Electriques , Francia (2018); “Home Video Diary”, Void, Grecia (2017); "Dollhouse", Lieutenant Willsdorff, Francia (2016); "The car", Unknown Books, Portogallo (2016); "Taedium", Yard Press, Italia (2015); "Flat Land", Silvana Editoriale con testo di Luca Beatrice, Italia (2003); "Wo-Men" Calco Editore, Italia (2002); "Emil Mihaela e altre storie" Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Italia (2002).





Saturday, February 8, 2020

SEBASTIAO SALGADO - EXODUS

Pistoia- From 8th February - 14th June in partnership with Pistoia – Dialoghi sull’uomo, a festival of contemporary anthropology, and Contrasto, Fondazione Pistoia Musei presents Exodus. Travelling the Roads of Migrations, a one-man show about the great photojournalist Sebastião Salgado.
 The exhibition, curated by Lélia Wanick Salgado and featuring a collection of 180 photographs, tells the story of the age in which we live through some of the dramatic and heroic moments individual people have experienced and poses an important question yet to be answered: as we head into the future, are we, perhaps, leaving most of humanity behind? For years, this Brazilian photographer has documented mass migrations, taking snapshots of the living conditions of millions of people who have managed to break all ties with their own roots and gone in search of themselves on a journey towards other places. Almost an entire generation has almost gone by since these photographs were first displayed and yet, in many ways, the world they portray has not changed. Today’s refugees are simply the most obvious victims of a global process, showing that everything that happens here on Earth is interconnected, from the growing gap between the rich and poor to demographic growth, from the mechanisation of farming to the destruction of the environment, from climate change to fanaticism serving political ends. Poverty, natural disasters, violence and wars force millions of people to leave their homes each year, condemned to live in refugee camps, which, more often than not, expand into little cities, and to invest all their savings (and often their own lives) in pursuit of the dream of a Promised Land.
 Exodus. Travelling the Roads of Migrations talks about what it is like to be a refugee, the survival instinct, exoduses, urban disorders and the tragedies afflicting entire continents left in disarray, it tells us about fear and poverty but also will power, dignity and courage. “Now, more than ever before, I believe that mankind is one single whole. There are differences in colour, language, culture and opportunity, but the feelings and relations among people are all similar. We have the key to mankind’s future in our own hands, but we must understand the present. These photographs show part of our present. We cannot afford to lock away”. – Sebastião Salgado.

 Pistoia - Dall’8 febbraio al 14 giugno 2020 Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia – Dialoghi sull’uomo, festival di antropologia del contemporaneo, e Contrasto, presenta Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, mostra personale del grande fotoreporter Sebastião Salgado.
 La mostra, a cura di Lélia Wanick Salgado e composta da un corpus di 180 fotografie, racconta la storia del nostro tempo attraverso i momenti drammatici ed eroici di singoli individui, e ci pone un’importante domanda ancora senza risposta: nel nostro cammino verso il futuro non stiamo forse lasciando indietro gran parte del genere umano?
 Per anni il fotografo brasiliano ha documentato le migrazioni di massa restituendo con i suoi scatti la condizione esistenziale di milioni di uomini che sono stati capaci di spezzare i legami con le proprie radici, cercando loro stessi in un viaggio verso altri luoghi. È ormai passata quasi una generazione da quando queste fotografie sono state esposte per la prima volta, eppure per molti aspetti il mondo che ritraggono non è cambiato. I profughi di oggi sono solo le vittime più visibili di un processo globale che dimostra quanto tutto ciò che accade sulla Terra sia collegato, dal crescente divario tra ricchi e poveri alla crescita demografica, dalla meccanizzazione dell’agricoltura alla distruzione dell’ambiente, dai cambiamenti climatici al fanatismo sfruttato a fini politici. Povertà, disastri naturali, violenza e guerre costringono ogni anno milioni di persone ad abbandonare le loro case costrette poi a vivere in campi profughi che il più delle volte si espandono fino a diventare piccole città, e investendo tutti i risparmi, e spesso anche la vita, per inseguire il sogno di una Terra Promessa.
 Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni racconta la condizione di profugo, l’istinto di sopravvivenza, i momenti di esodo, i disordini urbani e le tragedie di continenti ormai alla deriva, racconta la paura e la povertà così come la volontà, la dignità e il coraggio. “Oggi più che mai, sento che il genere umano è uno. Vi sono differenze di colore, di lingua, di cultura e di opportunità, ma i sentimenti e le reazioni di tutte le persone si somigliano. Noi abbiamo in mano la chiave del futuro dell’umanità, ma dobbiamo capire il presente. Queste fotografie mostrano una porzione del nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall’altra parte.” – Sebastião Salgado.
8 febbraio - 14 giugno 2020 

Pistoia, 
Palazzo Buontalenti / Antico Palazzo dei Vescovi








Thursday, November 14, 2019

KENTA COBAYASHI - PORTRAITS

Milano - In occasione del Photo Vogue Festival 2019, in programma a Milano dal 14 al 17 novembre, venerdì 15 novembre 2019, ore 18.30 inaugura negli spazi di Nonostante Marras la mostra Portraits del giovanissimo Kenta Cobayashi, a cura di Marcella Manni.
In mostra una selezione di ritratti che l’artista giapponese colleziona nelle sue passeggiate notturne per Tokyo o durante i suoi viaggi. Le opere di Cobayashi sono immagini che si presentano quasi come se fossero graffiate, frutto della ricerca dell’artista che utilizza intenzionalmente interferenze dimensionali: l'atto di creare dei collegamenti, interconnessioni tra universi diversi, è l’idea di tempo e spazio che l’artista sintetizza nelle proprie opere, dimostrando come si possano occupare diversi strati di realtà grazie al supporto digitale. Le alterazioni create attraverso l’uso di programmi di elaborazione digitale ne sono un esempio: le operazioni svolte (lavorare su più livelli, usare codici binari che modificano i dati di un’immagine, comprimere ed espandere un’immagine) diventano parte del suo linguaggio, nel tentativo di indagare, rendere e comprendere la complessità del presente. Ogni immagine perciò perde i contorni definiti, come all’interno di un flusso tecnologico, che non deroga però a un tentativo di rappresentazione.
 Kenta Cobayashi (1992) vive e lavora a Tokyo, lavora principalmente con la fotografia, il video e la realtà virtuale, dedicandosi ad un tipo di estetica digitale in cui il pixel e la sua variazione assumono un ruolo centrale. Formatosi alla Tokyo Zokei University, ha esposto in mostre personali come Photographic Universe, Fotografia Europea, Reggio Emilia (2019), Rapid Eye Movement, IMA Gallery, Tokyo (2019) e #Photo, G/P Gallery, Tokyo (2019). Inoltre ha preso parte a mostre collettive come Photo Playground, Ginza Sony Park, Tokyo (2019), From my point of view, Metronom, Modena (2018) e Unseen Amsterdam (2017). Nel 2018 è selezionato come Campaign Artists per Unseen Photo Fair, nel 2015 è vincitore del premio Tokyo Frontline Photo Award.

6 novembre – 8 dicembre 2019
NONOSTANTE MARRAS, 
via Cola di Rienzo 8, 20144 Milano
Kenta Cobayashi_3
Portraits Yuji, Hamamatsu #smudge, 2019
© Kenta Cobayashi, Courtesy Metronom

Kenta Cobayashi
Pink Hair #blur #sharpness 2018
© Kenta Cobayashi, Courtesy Metronom
Kenta Cobayashi
Summer (Ami) #smudge 2015
© Kenta Cobayashi, Courtesy Metronom

Kenta Cobayashi
Shibuya Yellow #smudge2018
© Kenta Cobayashi, Courtesy Metronom

Kenta Cobayashi
Ryo 
#smudge2018© Kenta Cobayashi, Courtesy Metronom



Louis Vuitton Campaign
Men's Fall/Winter 2109 Collection

Friday, January 3, 2014

A GREAT PHOTOGRAPHER:SALLY MANN

Sally Mann was born in Lexington, Virginia in 1951. She is best known for her intimate portraits of her family, her young children and her husband, and for her evocative and resonant landscape work in the American South.
She produced landscapes and architectural photography, and she blended still life with elements of portraiture. But she truly found her metier with her second publication, a study of girlhood entitled At Twelve: Portraits of Young Women (1988). Between 1984 and 1994, she worked on the series, Immediate Family (1992), which focuses on her three children, who were then all aged under ten. While the series touches on ordinary moments in their daily lives—playing, sleeping, eating—it also speaks to larger themes such as death and cultural perceptions of sexuality.
The images of decadent Sally Mann have the power to remain viable in a timeless dimension, speak to us of love and death with intimate tones, steeped in nostalgia.










"It's in the heart of the grape where that smile lies.
It's in the good-bye-bow in the hair where that smile lies. 
It's in the clerical collar of the dress where that smile lies. 
What smile? The smile of my seventh year,
It's peeling now, age has got it, a kind of cancer of the background and also in the assorted features.
It's like a rotten flag or a vegetable from the refrigerator, pocked with mold.
I am aging without sound, into darkness, darkness. 
Anne, who are you?
I open the vein and my blood rings like roller skates. 
I open the mouth and my teeth are an angry army.
I open the eyes and they go sick like dogs with what they have seen. 
I open the hair and it falls apart like dust balls. 
I open the dress and I see a child bent on a toilet seat. 
I crouch there, sitting dumbly pushing the enemas out like ice cream, letting the whole brown world turn into sweets. 
Anne, who are you? Merely a kid keeping alive."
 Baby Picture-Anne Sexton

Saturday, March 3, 2012

THE SURREAL WORLD OF QUENTIN SHIH

Quentin Shih is one of the most interesting fashion photagraphers I know. Chinese, 1975 based in Bejiing and New York, his work mainly focuses on people and the relation between them potographed in a surrealistic way, with a special movie tone. Since 2008 Shih has collaborated with Dior which has resulted in several impressive series. His clients include some of the major brands including Nokia and Adidas as well as editorial clients as  Vogue and  GQ. Here you can read his interview.

Quentin Shih Ã¨ uno dei fotografi di moda più interessanti che conosco. Cinese, classe 1975 vive a Beijing e New York, il suo lavoro si concentra sulle persone e sulle relazioni tra loro ritratte in maniera surreale con  speciale un'atmosfera da film. Dal 2008 collabora con Dior per cui ha realizzato diverse serie di foto meravigliose. Ha lavorato anche per Nokia, Adidas e riviste come Vogue e GQ. Qui potete leggere un'intervista che ha rilasciato.
 Lady Dior hand Bag 2010- a project for Christian Dior
 for the show Lady Dior with world artists

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