Saturday, May 27, 2023

AL MACTE IL 63° Premio Termoli

Torna al MACTE la mostra del Premio Termoli. Giunto alla sua 63ma edizione, curata da Cristiana Perrella, il Premio Termoli è tra i più longevi del panorama artistico italiano e, dalla sua prima edizione nel 1955, ha consentito la creazione di una ricca collezione di opere d’arte, affidata alla Fondazione Macte nel 2019.
 Il Premio, articolato nelle sezioni Arti Visive e Architettura e Design, presenta per la Sezione Arti Visive una mostra di dodici artisti contemporanei, selezionati da un comitato curatoriale composto quest’anno da Davide Ferri, Alessandro Rabottini, Bruna Roccasalva e Alessandra Troncone. Tra quelle dei partecipanti – Luca Bertolo, Lorenza Boisi, Giulia Cenci, Diego Cibelli, Chiara Enzo, Irene Fenara, Linda Fregni Nagler, Adelita Husni-Bey, Luca Monterastelli, Valerio Nicolai, Eugenio Tibaldi e Michele Tocca – la giuria sceglierà l’opera vincitrice che entrerà nella collezione del MACTE con la modalità del premio acquisto. La giuria della Sezione Arti Visive è composta da Cristiana Perrella, Caterina Riva, direttrice del MACTE, e Francesco Stocchi, curatore del Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam. 
 Per la Sezione Architettura e Design è stata attivata una call internazionale per la progettazione del layout e degli elementi di arredo della futura biblioteca del museo MACTE. Le sei proposte progettuali più meritevoli, che saranno presentate in mostra, sono state scelte dalla giuria composta da Cristiana Perrella, Federica Sala, curatrice e design advisor, Marco Rainò, architetto, designer e curatore, e Paolo De Matteis Larivera, Presidente della Fondazione MACTE. I finalisti sono: BB (Milano), Chiara Cavanna–Isabella Ciminiello–Simone Nardi (Torino), thehighkey (New York), Matilde Cassani Studio (Milano), Ortiz + Zhou_O+R Studio (Siviglia) e Sara&Sara (Ljubljana). 
Per il progetto vincitore, oltre al conferimento di un premio in denaro, si valuterà l’effettiva realizzazione negli spazi del museo. Sono molto felice delle opere che partecipano a questa edizione del Premio, restituiscono un’immagine sfaccettata e non prevedibile delle tendenze recenti dell’arte italiana, dimostrandone vitalità, qualità e molteplicità. Il loro dialogo in mostra sarà stimolante – commenta Cristiana Perrella – Anche la Sezione Architettura e Design ha offerto proposte molto diverse e suggestive, spesso difficilmente ascrivibili al solo loro ambito disciplinare e invece in forte dialogo con le pratiche artistiche.

Bruna Esposito - Oro colato LXII  Premio Termoli 2021
MACTE Foto di Gianluca Di Ioia
Installation view Premio Termoli 2021 
MACTE Foto di Gianluca Di Ioia
Liliana Contemorra Senza titolo1973 alluminio smaltato e satinato su tavola 99 x 66 cm
XIXPremio Termoli 
2021 MACTE Foto di Gianluca Di Ioia
Pino Pinelli Pittura G.R.1982 8elementi di legno e feltro dipinti 31 x 23 x 4 cmXXVIII 
Premio Termoli 1983 Foto di Gianluca Di Ioia


Friday, May 26, 2023

Louis Vuitton RESORT 2024

Nicolas Ghesquière sceglie Isola Bella nel Lago Maggiore per far sfilare la collezione resort 2024 di Lous Vuitton. “Sono stato molto attratto dalla storia intorno al lago, le sue creature fiabesche”, ha detto il designer prima della sfilata, sottolineando che voleva che i primi modelli trasmettessero “la sensazione che stanno uscendo dall'acqua, sono gli esploratori del lago, creature bellissime, quasi come le mitologiche sirene lacustri con ali di drago”. Statue, obelischi e fontane si integrano con la vegetazione delle 10 terrazze panoramiche del palazzo Borromeo dove è stata allestita la sfilata. Ghesquière ha parlato di romanticismo, ispirato anche dal lago. Pur ammettendo di aver preso una strada diversa rispetto alle sue precedenti location per le mostre - che includevano il futuristico MAC Niterói in Brasile di Oscar Niemeyer o il TWA Flight Center all'aeroporto JFK di New York di Eero Saarinen - ha affermato di ritenere che "l'architettura sia estremamente forte qui, e in più c'è la storia. "Ho sempre voluto esibire in Italia, -dice Ghesquière- la cultura italiana è affascinante ed è un sogno esibire qui in un luogo così iconico, molto sofisticato e un po' segreto".





 

Wednesday, May 24, 2023

MILO. Salvare l'ambiente, salvare la bellezza

Agostino Art Gallery di Milano (Via Solari, 72) presenta, dal 25 maggio al 18 giugno 2023, "Salvare l'ambiente, salvare la bellezza", mostra personale di Lorenzo Mucchetti, in arte Milo, artista bresciano classe 1963, ideatore e fondatore del Movimento Realtà Permanente. Curata da Cinzia Lampariello Ranzi, l'esposizione sarà inaugurata giovedì 25 maggio con orario 18.30-21.30, alla presenza dell'autore. 
 Al centro della ricerca di Milo vi è il concetto della doppia dimensione temporale delle cose, di un monumento storico così come di una squadra di calcio (una delle ultime creazioni è un polittico dedicato al Napoli per lo scudetto), o ancora di un'icona, come la Marylin Monroe di Andy Warhol. 
Sulla stessa tela, Milo fissa due momenti distinti della storia del soggetto: esso viene mostrato rovinato dall'azione distruttiva del tempo, dell'incuria e della storia, ma attraverso strappi e brandelli di colore che intaccano l'unità visiva (come una ‘sfogliazione', un dècollage, sulla scia dell'eredità di Mimmo Rotella) riemerge la figura originaria con la sua estetica primigenia, affermando così la vittoria sul tempo e le sue sfide. 
 Al centro della tela sono presenti le immancabili orme umane sulle cose, una sorta di firma di Milo che così restituisce alla bellezza la pura essenza della contingenza. La tecnica utilizzata è mista: l'artista parte da una composizione delle diverse immagini del soggetto e ne produce dei manifesti unici, che applica poi su tela. Qui genera la ‘sfogliazione'. 
L'applicazione di oggetti di uso comune che abitualmente vengono abbandonati come residui di un consumismo becero completa il messaggio in chiave pop anni Sessata. 
Tre i colori tipici di Milo: il nero, a significare gli effetti dell'inquinamento sulle superfici, il rosso, ovvero la violenza gratuita inflitta dall'uomo con comportamenti vandalici o irriverenti, infine il bianco, l'inevitabile deterioramento che il tempo porta con sé. Il progetto ideato per Agostino Art Gallery comprende gli "Omaggi d'autore", ovvero dipinti dedicati agli artisti che hanno influenzato la maturazione artistica di Milo, alcune opere di grandi dimensioni ispirate alla Madonnina di Milano, alla Torre pendente di Pisa e al Ponte di Rialto, infine le "Pillole", tele in dimensione minimale in cui si ritrovano i medesimi concetti della Realtà Permanete, ma senza applicazioni. 
Le pillole rappresentano monumenti presenti a Venezia, Bologna, Positano, Ferrara e la basilica di Sant'Ambrogio a Milano. Milo inizia la sua produzione artistica negli anni Duemila. Nel 2019 Vittorio Sgarbi ne promuove l'opera in diverse manifestazioni nazionali e Milo riceve subito premi e riconoscimenti. Decisivo è poi l'incontro con Gianni Dunil: è grazie al critico che Milo entra nella storia dell'arte italiana con l'inserimento del suo profilo nell'Atlante dell'Arte Contemporanea (De Agostini, 2020). 
Alla sua prima personale a Milano, nel gennaio 2023, riceve l'apprezzamento di Stefano Zecchi, che presenta personalmente l'esposizione. È in quella occasione che Cinzia Lampariello Ranzi scopre Milo e si innamora delle sue tele e del suo Movimento Realtà Permanente. Negli eventi promossi da Agostino Art Gallery si ritrovano autori come Marco Lodola, Michele Tombolini, Fabrizio Vatta e Walter Davanzo, ma anche Tvboy, i PichiAvo, Vincent Vee, Mr. Brainwash, Raptuz, Jamie Reid, Obey, Endless, Alberto Petrivelli e Gumm. 
Milo -Omaggio a Cesar Coca Cola 2022
acrilico su faesite con applicazione di lattine compresse in teche di plexiglas
Milo - La Cupola di Positano 2022
collage su tavola e interventi ad acrilico
Milo - La torre pendente  2016
collage sut ela con interventi ad acrilico e applicazioni
Milo- Omaggio a Arman 2021
crilico su tela con assemblaggio di bulloni
Milo - Omaggio d'autore a Boetti nel mezzo del cammin Dante 2021
acrilico su tela stampata

Milo-Savonarola 2022
collage su tavola con interventi ad acrilico

MILO. Salvare l'ambiente, salvare la bellezza
A cura di Cinzia Lampariello Ranzi
Agostino Art Gallery, Milano 
25 maggio - 18 giugno 2023 
Inaugurazione: giovedì 25 maggio, ore 18.30-21.30

Monday, May 22, 2023

CHRISTIAN DIOR RESORT 2024

Dopo Mumbai Mara Grazia Chiuri vola in Messico e per questa collezione resort 2024 sceglie di far sfilare i suoi modelli al Colegio de San Ildefonso a Città del Messico. 
Sfilano ampie camicie con maniche a sbuffo su lunghe gonne a balze, dettagli in pizzo, la classica giacca bar è impreziosita da ricami tradizionali, indossate su camice con papillon, e presenti in tutta la collezione le farfalle  che ornano collane e corsetti.
La Chiuri Isi fa ispirare dalle artiste messicane quali Leonora Carrington, Tina Modotti e ovviamente Frida Kahlo. "Mi sono sempre sentita vicina a Frida Kahlo - afferma la Chiuri- e a quello che ha fatto. È stata un'artista che è stata la prima a usare il suo lavoro per esprimere il suo pensiero sul suo corpo e sul suo guardaroba; i suoi vestiti facevano parte del suo progetto. Ma anche", ha continuato, "era molto legata al mondo naturale, alla madre terra, all'idea della metamorfosi". 







 


Thursday, May 18, 2023

GUCCI RESORT SHOW 2024

La collezione Cruise 2024 di Gucci sfila a Seoul dialogando con il k-style della cultura sudcoreana. Un mix tra streetwear e classici abiti borghesi in lana bouclé. La sfilata ha avuto luogo nel cortile delle cerimonie del Palazzo Gyeongbokgung, ex palazzo reale, risalente al XIV secolo, arricchito da dettagli artistici ispirati ai tradizionali abiti coreani.  Questa è l'ultima sfilata gestita dal team creativo di design prima che il nuovo direttore creativo Sabato De Sarno firmerà la sua prima collezione per Gucci.






 

Tuesday, May 16, 2023

ITS ARCADEMY - IL NUOVO MUSEO DELLA MODA A TRIESTE

Trieste - ITS Arcademy-Museum of Art in Fashion è il primo museo della moda contemporanea in Italia. È uno spazio espositivo, un archivio creativo, un centro di formazione. 1400 metri quadrati aperti a tutti, dove coltivare la creatività, prendere ispirazione e sperimentare. La Collezione di ITS Arcademy rappresenta un patrimonio di design unico al mondo, costituito da migliaia di oggetti, tra abiti, accessori, fotografie e portfolio creativi, realizzati dai più brillanti talenti degli ultimi decenni e raccolti nel corso delle venti edizioni di ITS Contest, uno dei principali concorsi internazionali dedicati al design. Racconta la storia dell’evoluzione della moda contemporanea, attraverso le opere prime di designer che hanno riscritto i canoni dell’industria della moda. Nelle parole dello storico della moda e curatore Olivier Saillard “Questa collezione unica merita di aspirare all’universalità in quanto rispecchia la massima espressione della creatività contemporanea. Con 14.758 portfolio, 1089 abiti, 163 accessori, 118 gioielli e più di 700 progetti fotografici, questo patrimonio in costante crescita, a cui si aggiungono sempre nuovi e preziosi oggetti, può competere con le collezioni dei più grandi musei del mondo”. La mostra che inaugura ITS Arcademy, a cura di Olivier Saillard, è un viaggio nella moda contemporanea degli ultimi due decenni e uno sguardo al nostro futuro, attraverso l’esplorazione del genio creativo dei designer di moda, accessori e gioielli emergenti più interessanti del panorama internazionale. Quasi 100 opere sono esposte in quelle che Olivier Saillard definisce “il primo museo della moda interamente dedicato alle forme e alle espressioni più contemporanee della nostra epoca”. La mostra è organizzata in sei sezioni, ognuna delle quali corrisponde a un tema o una corrente artistica universale che trascende l’origine geografica o l’anno di creazione dei designer: Espressionisti, Neo Futuristi, Astrazioni Liriche, Arte Spontanea, Figurazioni Libere e Autoritratti.

Friday, May 12, 2023

ARNALDO POMODORO. IL GRANDE TEATRO DELLE CIVILTÀ

FENDI inaugura all’interno della propria sede, il Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, la mostra Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà, a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani in collaborazione con Fondazione Arnaldo Pomodoro. 
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 1° ottobre 2023. La collaborazione tra Fondazione Arnaldo Pomodoro e FENDI rientra in una partnership più ampia volta a unire il rispetto per l’eredità storica al sostegno e alla diffusione dei linguaggi artistici contemporanei e alla ricerca di nuove forme di collaborazione basate sulla sostenibilità e l’innovazione. 
 Concepita per gli spazi sia interni che esterni del Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR – che dal 2015 ospitano la sede romana di FENDI – la mostra attraversa settant’anni di ricerca dell’artista, configurandosi come un “teatro” autobiografico, al contempo reale e mentale, storico e immaginifico, in cui vengono messe in scena circa trenta opere realizzate da Pomodoro tra la fine degli anni Cinquanta e il 2021, insieme a una serie di materiali d’archivio – fotografie, documenti, bozzetti, disegni, molti dei quali inediti – che evocano lo spirito e l’atmosfera dello studio e dell’archivio dell’artista.
 Il Grande Teatro delle Civiltà esplora l’interconnessione, nella pratica di Pomodoro, fra arti visive e arti sceniche e mette in evidenza il rapporto tra la dimensione progettuale dell’opera e la sua realizzazione. Una trama da cui emergono i possibili e molteplici riferimenti a quelle “civiltà” arcaiche, antiche, moderne, o anche solo fantastiche, a cui l’opera di Pomodoro costantemente rinvia, originando forme e materie che sono al contempo memoria del passato e visione del futuro e che rifondano le nostre conoscenze e i nostri immaginari, la nostra esperienza del tempo e dello spazio, della storia e del mito. 
 Il percorso della mostra prende avvio ai quattro angoli esterni dell’edificio dove sono poste le quattro sculture Forme del mito (1983) – Il potere (Agamennone), L’ambizione (Clitennestra), La macchina (Egisto) e La profezia (Cassandra) – tratte dalle macchine sceniche che furono realizzate per il ciclo teatrale dell’artista Emilio Isgrò, ispirato all’Orestea di Eschilo, svoltosi sui ruderi della piazza di Gibellina distrutta dal terremoto del Belice. Inserendosi come quinte tra il Palazzo, il paesaggio naturale e la comunità urbana circostante, le quattro Forme del mito ridisegnano e ri-significano l’edificio, trasformando il cosiddetto Colosseo Quadrato – una delle architetture simbolo del Modernismo e del Razionalismo italiano – in un’opera aperta, reinterpretabile e riprogettabile, e non quindi definita una volta e per sempre. 
 Nel vestibolo di ingresso del Palazzo delle Civiltà Italiana compaiono due opere-costume realizzate dall’artista per due spettacoli teatrali: il Costume di Didone (per La tragedia di Didone, regina di Cartagine di Christopher Marlowe, messa in scena a Gibellina nel 1986), e il Costume di Creonte (per Oedipus Rex di Igor’ Stravinskij, rappresentato a Siena nel 1988). Prodotti con materiali scultorei abbinati a materiali effimeri come la rafia e il tessuto, questi costumi richiamano le iconografie e la drammaturgia della Grecia arcaica così come le antiche iconografie e tecniche tradizionali delle opere d’arte africane e asiatiche, riattivando il racconto delle storie leggendarie di Didone e di Edipo. 
 La mostra continua in due sale speculari e una sala di raccordo, pensate come due atti di un’opera teatrale con un intermezzo. Negli ambienti principali troviamo due opere di colore opposto, allestite simmetricamente: Le battaglie (1995), di colore nero, e Movimento in piena aria e nel profondo (1996-1997), di colore bianco. La prima con le sue forme angolari, spigolose e taglienti e i diversi materiali utilizzati (grovigli di corde, cunei, bulloni) evoca la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, capolavoro del Rinascimento. Accanto a questa sono allestite altre due opere che approfondiscono il racconto della ricerca di Pomodoro: la Grande tavola della memoria (1959-1965), una riflessione sul bassorilievo e sulla tecnica antica della fusione sull’osso di seppia, e Il cubo (1961-1962), opera che coincide con l’avvio di una ricerca sulle forme elementari della geometria euclidea. 
Nella seconda sala l’opera Movimento in piena aria e nel profondo, composta da una duplice curva riferibile ai grandi spazi celesti e terrestri, rappresenta l’agire scultoreo come “scavo dentro la complessità delle cose” che si solidifica nella consapevolezza di poter “curvare il tempo e lo spazio”. Accanto è esposta un’opera che idealmente dona circolarità alla mostra, permettendo di ribaltare il suo finale e ripartire dal suo incipit: Continuum (2010), un grandioso rilievo interamente occupato dai segni caratteristici delle prime opere dell’artista, una sorta di “tracciato” che reca i codici e l’inventario di tutta la sua “scrittura”. 
In queste due sale, come una mostra nella mostra, sono inoltre presentati materiali progettuali e documentari, perlopiù inediti, – libri d’artista, schizzi, disegni, modellini, lettere, fotografie, cataloghi, materiali di studio dei progetti più significativi – allestiti dentro bacheche cassettiere e rastrelliere apribili e consultabili dai visitatori, in modo da richiamare l’atmosfera dello studio dell’artista e lo spirito del suo archivio. 
A fare da raccordo tra le due sale, come un intermezzo tra due atti teatrali, la Rotativa di Babilonia (1991), collocata all’esterno ma visibile dalle vetrate del Palazzo, con la sua forma circolare suggerisce l’idea di un movimento ciclico e continuo, che si compie sia nel tempo che nello spazio. Nel corridoio interno invece è esposta la serie delle Tracce (1998), composta di ventuno rilievi calcografici bianchi, neri e ruggine. 
 Il percorso si conclude sul loggiato del terzo piano con Osso di seppia (2011-2021), matrice simbolica di tutte le opere dell’artista, che ha iniziato la sua ricerca scultorea proprio incidendo l’osso di seppia, presente anche, come elemento emblematico, nell’ambiente Ingresso nel Labirinto, collocato nell’ex sede espositiva della Fondazione dell’artista a Milano, presso cui FENDI ha la sua sede milanese dal 2013. 
 Il Grande Teatro delle Civiltà è anche il punto di partenza per scoprire le altre opere di Pomodoro collocate a Roma e nel mondo, un’occasione per approfondire la conoscenza della ricerca dell’artista e il suo rapporto con la “città eterna”
12 maggio – 1° ottobre 2023






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