Monday, June 5, 2023

BERTINA LOPES

Il 6 giugno 2023 il Museo delle Civiltà presenta la prima mostra che ricostruisce lo spazio di vita e di lavoro, al contempo privato e pubblico, dell’artista e attivista Bertina Lopes (Lourenço Marques, attuale Maputo,1924-Roma, 2012). In occasione della mostra, a cura di Claudio Crescentini e Paola Ugolini, la casa e lo studio romani di Lopes, in Via XX Settembre 98, saranno per la prima volta oggetto di unaricostruzione parziale, resa possibile da un’estensiva documentazione fotografica realizzata dal fotografo Giorgio Benni e commissionata dal Museo delle Civiltà.

 

A Roma Lopes ha vissuto 70 anni, trasformando la sua casa-studio in un punto di incontro per intellettuali, artisti, poeti, rifugiati e attivisti della comunità mozambicana e portoghese, ma anche di altri Paesi africani ed europei. In questo contesto, vita e arte si sono intrecciate senza soluzione di continuità, divenendo uno spazio di resistenza in cui esprimere la propria denuncia dell’oppressione, il dolore per la lontananza dalla terra d'origine e la rivendicazione delle proprie radici, il ricordo di storie, motivi decorativi, materie e simboli dell’arte africana e la ricerca e affermazione di un’identità contemporanea consapevolmente diasporica.

 

Pittrice e scultrice afrodiscendente fra le più rilevanti del suo tempo, Lopes – che a partire dal 1964 scelse Roma come sua città di residenza – ha sviluppato un circostanziato corpus di opere in cui non solo ha saputo articolare un’appartenenza a molteplici tradizioni culturali e artistiche, sia europee che africane, ma dare rappresentazione alle più urgenti istanze sociali a lei contemporanee, divenute fondamento anche per le pratiche de-coloniali delle generazioni di artisti a lei successive. La ricerca artistica di Lopes si è modellata infatti intorno a più fonti e si è espressa attraverso le articolazioni di un linguaggio mobile e sincretico, dall’arte tradizionale mozambicana – le cui cromie e forme sanciscono per Lopes valori comunitari e i momenti di vita sociale ad essi connessi, celebrando riti di passaggio e narrando miti di fondazione – al Modernismo portoghese ed europeo.

 

Nei dipinti disegni in mostra – accompagnati da libri, immagini fotografiche e strumenti di lavoro – Lopes mette in evidenza la mentalità coloniale, il razzismo e le atrocità dei conflitti e delle guerre attraverso un linguaggio che è espressione del vivere tra mondi diversi. Tutte le opere dell’artista si caratterizzano per un utilizzo spregiudicato del colore e un uso della linea di derivazione decostruttivista. Il loro eclettismo è più apparente che sostanziale in quanto, dagli esordi figurativi degli anni Cinquanta alla sperimentazione informale e astratta dei decenni successivi, proprio il ricorso a elementi fra loro disomogenei – in cui si articolano mezzi espressivi diversi così come elementi bi- e tri-dimensionali – tende ad animare di una tensione profonda e ancestrale la superficie di ogni opera.








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