Friday, October 30, 2020

FUORI - QUADRIENNALE 2020

Da venerdì 30 ottobre 2020, fino al 17 gennaio 2021, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, apre al pubblico l’edizione 2020 della Quadriennale d’arte, dal titolo FUORI, a cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, organizzata dalla Fondazione La Quadriennale di Roma, e dall’Azienda Speciale Palaexpo. 
Per Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo: "La Quadriennale, ritornata alla sua vocazione di istituzione chiamata a indagare, ricercare e restituire la creatività italiana del presente, sarà senza dubbio un pilastro della ricostruzione culturale nazionale. La XVII edizione è il frutto di un lungo e meditato lavoro, condotto nell’ultimo triennio dai curatori, fatto di un costante e profondo rapporto con gli artisti e di un continuo confronto con il prezioso archivio della storica istituzione".
 La Quadriennale di Roma è uno degli appuntamenti storici della Capitale e, ormai da quasi un secolo, un punto di riferimento per tutta l’arte italiana”, dichiara Nicola Zingaretti, Presidente Regione Lazio, che prosegue: “Quest’anno, l’evento romano ha un significato in più: un tentativo di interpretare questo tempo incerto e fragile attraverso gli occhi dell’arte. E magari, attraverso essa, provare a gettare il nostro sguardo oltre l’evento drammatico che stiamo vivendo. Non a caso, per questa edizione della mostra, è stato scelto il titolo “FUORI”: una speranza; un’esortazione a rimetterci in moto e a esplorare strade nuove, quando avremo finalmente superato il trauma della pandemia. Ne abbiamo bisogno, ora più che mai”. 
 LA MOSTRA La Quadriennale d’arte 2020 è pensata per restituire un’immagine nuova dell’arte contemporanea italiana a livello internazionale e il titolo, FUORI, è emblematico del tipo di sguardo proposto dai curatori. La mostra intreccia la storia della Quadriennale di Roma e la sua missione di documentazione delle ricerche artistiche italiane con l’esigenza di far emergere percorsi alternativi a quelli maggiormente rappresentati, favorendo una visione polifonica. FUORI è una mostra transgenerazionale e multidisciplinare. La ricchezza delle linee di ricerca seguite da moltissime figure artistiche degli ultimi sessant’anni ha indotto i curatori a riconoscere tre ambiti tematici su cui costruire la mostra: il Palazzo, come metafora della relazione tra arte e potere; il Desiderio, per la necessità di sedurre che da sempre accompagna l’arte; l’Incommensurabile, ciò che porta gli artisti ad abbracciare fino in fondo le proprie ossessioni, evitando di cadere in uno stile ripetitivo. FUORI ha così messo a fuoco la multidisciplinarietà (moda, teatro, musica, danza, film, architettura, design) che caratterizza l’approccio di molti artisti e che li ha portati a essere poco presenti nelle narrazioni ufficiali. Il glam, con la sua forza di seduzione e re-incantamento, è diventato un elemento che attraversa diverse generazioni; il desiderio erotico, esplorato in tutte le sue direzioni e forme, emerge come un impulso potente alla creatività; gli immaginari femminili, femministi e queer tracciano la rotta di un viaggio unico e inaspettato attraverso sessant’anni di arte italiana. 
 La mostra FUORI vuole essere perciò un omaggio alla ricchezza e alle ossessioni degli artisti, rendendo la Quadriennale di Roma un’istituzione di vera ricerca e riflessione sui valori artistici che ripensano il presente. Per mettere in scena una macchina espositiva che esalti al massimo le opere d’arte e ne favorisca un’efficace leggibilità, i curatori hanno chiesto all’artista/architetto Alessandro Bava un allestimento innovativo che ripensasse il Palazzo delle Esposizioni in relazione alla sua storia, coinvolgendo anche lo scrittore e storyteller Luca Scarlini per un progetto di storytelling sulla storia dell’istituzione. 
 I NUMERI 43 gli artisti in mostra, presentati negli oltre 4.000 metri quadri di Palazzo delle Esposizioni, suddiviso in 35 sale; 18 le nuove produzioni realizzate e più di 300 le opere esposte attraverso sale monografiche e nuovi lavori, che tracciano un percorso alternativo nella lettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta a oggi. Gli artisti selezionati sono: Alessandro Agudio, Micol Assaël, Irma Blank, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Sylvano Bussotti, Chiara Camoni, Lisetta Carmi, Guglielmo Castelli, Giuseppe Chiari, Isabella Costabile, Giulia Crispiani, Cuoghi Corsello, DAAR - Sandi Hilal - Alessandro Petti, Tomaso De Luca, Caterina De Nicola, Bruna Esposito, Simone Forti, Anna Franceschini, Giuseppe Gabellone, Francesco Gennari, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Diego Gualandris, Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, Norma Jeane, Luisa Lambri, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Raffaela Naldi Rossano, Valerio Nicolai, Alessandro Pessoli, Amedeo Polazzo, Cloti Ricciardi, Michele Rizzo, Cinzia Ruggeri, Salvo, Lydia Silvestri, Romeo Castellucci - Socìetas, Davide Stucchi, TOMBOYS DON’T CRY, Maurizio Vetrugno, Nanda Vigo, Zapruder Filmmakersgroup.
VETRUGNO

TBDC

SALVO

NICOLAI

PESSOLI

SILVESTRI

ASSAËL
BUSSOTTI

CASTELLI

DE LUCA

HALILAJ-URBANO

BLANK


Wednesday, October 28, 2020

DON’T MAKE SNAP JUDGMENTS: a new women’s position

A partire dal 15 Ottobre , presso la galleria Snaphotograph di Firenze sarà visibile la mostra “DON’T MAKE SNAP JUDGMENTS: a new women’s position”, l’esposizione curata da Luca Simonetti si propone di dare uno sguardo attraverso opere fotografiche , video installazioni e opere digitali e sculture , alla figura donna ritratta nelle varie estrazioni sociali-politiche e culturali. Le opere esposte vanno dalla metà del secolo scorso fino ai giorni attuali, sotto forma di dialogo e analizzano in vari approcci il ruolo della donna nella società nei vari decenni che riflettono gli aspetti principali della percezione femminile della vita e della creatività. Il termine “donna” viene quindi utilizzato non in senso stretto, biologico o sessuale. Ciò che la mostra indaga è la donna nella sua proiezione sociale, culturale e politica, e il suo essere rappresentazione simbolica e filosofica di valori fondanti nelle diverse culture e regioni del mondo.Dopo le grandi trasformazioni del ruolo della donna nella società avvenute nel XX secolo, una grande incertezza permane nei paesi industrializzati, come in quelli in via di sviluppo, su cosa comporti essere donna oggi e su cosa significhi esprimersi in libertà. Come avviene oggi la realizzazione della propria potenzialità per una donna in un paese occidentale, sotto le pressioni familiari, professionali, mediatiche, sociali e sessuali? E questa realizzazione ha un qualche significato nei paesi invia di sviluppo, per quelle donne che, ancora schiave ed oppresse, devono liberarsi prima di tutto dai valori tradizionali e dalla povertà?Come può una comunità eliminare dalla vita delle donne la paura (di se stesse, dell'uomo, delle altre donne, della solitudine, della povertà, della maternità, ecc.)? Come si adoperano le donne per la loro realizzazione personale? Essere di sesso femminile è un handicap quando le donne vogliono essere libere di crescere? L’ arte, si sa, è in grado di esprimere la realtà in maniera universale, superando ogni barriera culturale. La dirompenza del linguaggio dell’ arte contemporanea ha qui il compito di riaffermare che eguaglianza non è sinonimo di uniformità, ma è il risultato di un atteggiamento armonioso nella visione e comprensione del mondo.
ANNIE LEIBOVITZ
Lauren Hutton,Nude,Oxford,Mississippi 1981

DIANE ARBUS
Three Transvestites in Evening Dress at a Lounge N.Y.C. ,1961

FRANK HORVAT
Rome Collections A (Model with Spaghetti), 1962

IRVING PENN
Two New Guinea Young Women with Feathers,1970

MARINA ABRAMOVIC
The Family III, 2008


IRVING PENN
Three Rissani Women with Bread, 1971



Tuesday, October 27, 2020

THE BIG COLLARS WORN BY LADY DIANA

One of the most prominent trends for this winter is the exaggeratedly large collar. 
We have seen it in the collections of Erdem, Gucci, Marras ...(http://www.scostumista.com/2020/03/focus-on-collar.html), but also in fast fashion such as H & M. The forerunner of this accessory was Lady Diana who in the shots of the 80s we see wearing dresses, shirts and blouses with oversize collars.









 



Friday, October 16, 2020

AUTUNNO FOTOGRAFICO

Reggio Emilia - In attesa dell’edizione 2021 del festival FOTOGRAFIA EUROPEA, la Fondazione Palazzo Magnani e il Comune di Reggio Emilia, a partire dal 10 ottobre 2020 e fino a gennaio 2021portano a Reggio Emilia 4 nuove mostre fotografiche. Palazzo Magnani, Palazzo da Mosto, lo Spazio Gerra e laBiblioteca Panizzi sono le tappe di questo grande Autunno Fotograficonato. Fulcro di questo programma è la mostra presentata a Palazzo Magnani dal 17 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021, a cura di Walter Guadagnini: TRUE FICTIONS – Fotografia visionaria dagli anni '70 ad oggi è la prima mostra in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, tendenza che, a partire dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee. la mostra presenta il lato più immaginifico della fotografia attraverso le invenzioni di alcuni tra i maggiori autori degli ultimi trent’anni e le sperimentazioni nate dall’avvento della tecnologia digitale. Partendo da grandi maestri come Jeff Wall, Cindy Sherman, James Casebere, Sandy Skoglund, Yasumasa Morimura, Laurie Simmons passando per artisti come Erwin Olaf, David Lachapelle, Nic Nicosia, Emily Allchurch, Joan Fontcuberta, Julia Fullerton Batten, Paolo Ventura, Lori Nix, Miwa Yanagi, Alison Jackson, Jung Yeondoo, Jiang Pengyi, fino ad arrivare ad autori raramente esposti in Italia come Bernard Faucon, Eileen Cowin, Bruce Charlesworth, David Levinthal, l’esposizione dimostra, con oltre cento opere, non solo la diffusione di questo linguaggio, ma anche la sua longevità. 

SANDY SKOGLUND,

Revenge of the Goldfish

1981 


SANDY SKOGLUND

Fox Games

1989 


Eileen Cowin

Family Docudrama

1980-1983



Cindy Sherman

"Untitled #127/A"

1983


Joan Fontcuberta

Solenoglypha Polipodida

1985


Sandy Skoglund

True Fiction Two

1986-2004



Bruce Charlesworth

#16 from the series "Fate"


Thursday, October 15, 2020

FRANCESCO BOSSO - PRIMITIVE ELEMENTS

Dal 15 ottobre al 5 novembre 2020, il Museo Pignatelli di Napoli ospita la mostra personale Primitive Elements di Francesco Bosso, fotografo di paesaggio profondamente sensibile ai temi del riscaldamento globale e della tutela ambientale, argomenti molto dibattuti in questo momento storico.
Primitive Elements a cura di Filippo Maggia, che arriva a Napoli dopo il successo alla Galleria delle Stelline di Milano, raccoglie oltre 15 anni di lavoro e attraverso oltre 40 fotografie in bianco e nero, ci racconta luoghi incontaminati, puri, primitivi e terribilmente fragili del nostro pianeta. La mostra propone un percorso tra scenari e paesaggi naturali, ritratti di una terra ideale, luoghi incontaminati ormai in via di sparizione, che non siamo in grado di lasciare in eredità alle generazioni future. Le fotografie di Francesco Bosso vogliono indurre il pubblico alla consapevolezza, urgente e necessaria, di quanto sia necessario tutelare l’ambiente, e promuovere un cambiamento culturale soprattutto nell'uso responsabile delle risorse naturali, in particolare dell’acqua, elemento centrale su cui l’autore ha lavorato intensamente. Particolarmente significativi infatti, sono gli scatti realizzati dal fotografo in ambiente Artico, dove il riscaldamento globale sta facendo sentire i suoi effetti in modo drammatico, a testimonianza dello stato di emergenza a cui siamo giunti. Francesco Bosso fotografo di paesaggio, formatosi alla scuola americana, lavora esclusivamente in bianco e nero, scattando su pellicola di grande formato con banco ottico e stampando personalmente le opere in camera oscura, su carta baritata alla gelatina d'argento.
Black Ice, 2012 Iceland

Cliff Sentinell, 2012 Iceland

Diamond #4, 2015 Greenland
Diamond #10, 2015 Greenland


Fluid Columns, 2013 Iceland

Golden Arch, 2015 Spain

Ice Island,  2012 Iceland

Morning Calm, 2018 Portugal

Over the Cliff, 2018 Portugal

Permafrost, 2013 Iceland

Water Wall, 2012 Iceland


Tuesday, October 13, 2020

LA DOPPIA ANIMA DI UNA GIACCA

Era il 1980 quando Giorgio Armani rivisitava la classica giacca maschile destrutturandola  e rivisitandola per dare alle nuove donne manager un'immagine forte e sicura di sè, ma allo stesso tempo attraente. 
Sono passati 40 anni,  le giacche di Armani restano intramontabili, le donne hanno fatto qualche passo in avanti nella conquista di posizioni di potere, nonostante ci sia ancora moltissima strada da fare.
Nella collezione per la prossima primavera/estate di Balmain, anche la giacca progettato da Olivier Rousteing è sexy e aggressiva,  da una lato è scollata,  dall'altro ha la spalla forte e importante. 
Forte e femminile, la doppia anima di ogni donna si legge in questo capo essenziale.

Armani 1980  -  Balmain S/S 2021

Giorgio Armani 1980

Balmain S/S 2021

 

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