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Tuesday, July 29, 2025

AGUANTE

 La Fondazione Pastificio Cerere di Roma, in partenariato con MUNTREF - Museos de la Universidad Nacional de Tres de Febrero di Buenos Aires, annuncia che il progetto AGUANTE dell’artista Giovanni de Cataldo, presentato dalle due istituzioni alla quattordicesima edizione dell’Italian Councilè stato selezionato tra i vincitori dei finanziamenti previsti dal programma promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che destina fondi a progetti culturali di produzione, promozione e sostegno all’arte contemporanea all’estero.

Giovanni de Cataldo (Roma, 1990) ha intrapreso gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, per poi proseguire la sua formazione in scultura presso la Scuola d’Arte e dei Mestieri Nicola Zabaglia. Dal 2014 ha il proprio studio all’interno del Pastificio Cerere nel quartiere di San Lorenzo, dove ha sviluppato e consolidato il suo linguaggio immerso nel crocevia di artisti e idee che caratterizzano l’ex-fabbrica dagli anni settanta in poi. Q

uesta eredità è stata raccolta e amplificata dalla Fondazione Pastificio Cerere che dalla sua istituzione (2004) è impegnata a promuovere la ricerca e la sperimentazione dei giovani artisti. La possibilità di partecipare al programma Italian Council rappresenta un passaggio significativo nel percorso professionale di de Cataldo ed è in piena continuità con gli obiettivi della Fondazione, quale occasione strategica di valorizzazione del lavoro dell’artista sia sul piano nazionale che internazionale.

La ricerca artistica di Giovanni de Cataldo si concentra sul contesto urbano, da cui preleva elementi in maniera diretta, per poi rielaborarli attraverso vari linguaggi, tra cui le nuove tecnologie applicate alla scultura. Estrapolando direttamente dalla strada oggetti d’uso comune come guard rail danneggiati nei crash test, panchine, fontanelle, l’artista esplora i limiti e le potenzialità della materia. Negli ultimi anni il focus del lavoro di de Cataldo si è ampliato, rivolgendosi all'analisi dei contesti sociologici e antropologici in cui nascono e si sviluppano le sottoculture come quella degli ultras, ma anche i diversi linguaggi che popolano le città.

AGUANTE vedrà la sua realizzazione tra il 2025 e il 2027, articolandosi in una serie di eventi nazionali ed internazionali che culmineranno nell’agosto 2027 con l’acquisizione delle opere da parte della collezione del Museo di Palazzo Collicola a Spoleto.

Tra gli appuntamenti in programma, sono previste due mostre personali dell’artista: a Buenos Aires al MUNTREF – Centro de Arte Contemporáneo, parte dei Museos de la Universidad Nacional de Tres de Febrero, (marzo-aprile 2027) e a Roma alla Fondazione Pastificio Cerere, a cura di Marcello Smarrelli (maggio-luglio 2027).

Il progetto si avvale di una rete internazionale di partner culturali: Universidad Iberoamericana (Città del Messico); Salotto/Accurat, centro culturale italo-americano con sede a New York; Alberdi Residencia, hub creativo e residenza artistica a Córdoba (Argentina); SOMA, piattaforma per l’educazione artistica fondata da artisti a Città del Messico; Blueproject Foundation, fondazione d’arte contemporanea con base a Barcellona attiva su scala europea. Ciascuna realtà contribuirà alla valorizzazione e alla diffusione internazionale del progetto attraverso attività espositive, residenze, incontri e programmi educativi.

AGUANTE indaga le connessioni tra il tifo calcistico sudamericano e il fenomeno delle migrazioni riguardanti l’Italia, a partire dalla parola che dà il titolo al progetto, “aguante”, traslata nel XIX sec. dal linguaggio marinaresco a quello delle hinchadas (tifoserie popolari nate in Argentina negli anni Sessanta), che rappresenta un simbolo di identità collettiva, appartenenza, capacità di resistenza, lealtà ai colori e alla bandiera, in ogni luogo e in ogni condizione, soprattutto di fronte alla fatica, alla fame, alla sete, allo scontro e alla sconfitta.

L’indagine di de Cataldo - articolata tra stadi, archivi, club calcistici fondati da migranti italiani e non solo - porterà alla luce microstorie, sincretismi culturali e lingue miste, rivelando legami tra calcio, memoria e comunità, partendo da Buenos Aires ed estendendosi in altre regioni dell’Argentina, da Córdoba fino a Santiago del Cile e Río Negro, con particolare attenzione alle tifoserie nate nelle comunità di immigrati italiani.

Balcon Bandera, 2024, balcony assemblement, 175 x 90 x 17 cm , Futbolitis, Buenos Aires

Brescia - Modena 1984, 2023, legno, vernice, arazzo, 300 X 233, arazzo (212 X 140), Frammenti da Lontano 2023, Galleria Mazzoli

Castellammare, 2019 , wood, laser cut on mdf wood, glass breaker hammer, 230 x 150 x 150

Estranei alla massa #2, 2024, tapestry, steel railings, 220 x 195 cm, Futbolitis, Buenos Aires

Gaviscon, 2018, varnished crashed guardrail, 245x60x35

Gianni, 2018, marmo, cm 30 x 30 x 8

Hueso, 2024, bronze casting, 27 x 8 cm , Futbolitis, Buenos Aires

Low Rider, 2018, installation view, nm contemporary, Monaco

Set Point, 2017, felt on crashed guardrail , 530 x 130 cm, La sostanza agitata 2023, Palazzo Collicola Spoleto

The old den, 2020, painted wrought iron, cm 120 x 30

Via degli Ausoni, 2018, lasercut on aluminium, varnish, 150 x 230 x 50 cm

Yoshi, 2018, guardrail verniciato, cm 31 x 178 x 14


Wednesday, June 4, 2025

MARION BARUCH UN PASSO AVANTI TANTI DIETRO

 Il Museo Novecento di Firenze annuncia la proroga della mostra Marion Baruch. Un passo avanti tanti dietro che rimarrà visitabile negli spazi del museo fiorentino e di Manifattura Tabacchi fino all'8 ottobre 2025.

 

La mostra, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, è la più ampia retrospettiva di Marion Baruch (Timisoara, 1929) in un’istituzione italiana e rende omaggio a un’artista instancabile e cosmopolita, nata in Romania ma vissuta tra Israele, Francia e Italia.

 

“Un’artista che indaga il tempo presente, in tutte le sue contraddizioni” ha detto l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini. “La società dei consumi, il patriarcato, il tema del lavoro e quello del femminismo. Anche le discipline e le tecniche utilizzate sono varie e molto diverse tra loro. Siamo felici di ospitare un’artista che si muove tra discipline e temi diversi, tenendo sempre focalizzata la sua attenzione sulle trasformazioni della società che viviamo, accompagnandoci nella sua complessità”


Fino allì 8 ottobre 2025






Wednesday, April 23, 2025

Dissolvenze. Di volto in volto: IVAN LORENZO FREZZINI

 La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 43) presenta, dal 24 aprile al 8 giugno 2025, la mostra personale di Ivan Lorenzo Frezzini (Milano, 1979), artista che, attraverso l'uso di colori liquidi e l'analisi del proprio vissuto, delinea una fase di metamorfosi esistenziale.


Curata da Federico Bonioni con un testo di Francesca Manzini, l'esposizione Dissolvenze. Di volto in volto sarà inaugurata giovedì 24 aprile alle ore 17.00. La mostra è inserita nel Circuito OFF di Fotografia Europea, manifestazione che nel 2025 compie vent'anni proponendo una riflessione su quel periodo della vita - Avere vent'anni - che più di tutti sembra spalancare le porte a infinite possibilità.

Il tema della trasformazione è centrale nel lavoro di Ivan Lorenzo Frezzini, che crea composizioni in cui il controllo danza con il caso e il colore si espande liberamente. Le sue opere raccontano l'evoluzione dell'essere attraverso la casualità e la fluidità delle forme, partendo da soggetti figurativi declinati in nuove immagini, cariche di vibrazioni positive.

Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere ad acrilico liquido su tela, alcune delle quali inedite, tutte datate 2024-25.

Si legge nel testo di Francesca Manzini: «La ricerca di Ivan Lorenzo Frezzini ci restituisce nuove possibilità, nuovi orizzonti e campi esperienziali, che inducono lo spettatore a creare con la propria fantasia nuovi mondi possibili, riferiti a quei volti celebri che possono diventare, nella loro assenza di confini precisi, nuovi volti, nuovi personaggi e nuove vite a discrezione dell'osservatore».

«Abbiamo conosciuto Ivan Lorenzo Frezzini nel 2021», spiega il gallerista Federico Bonioni. «Le nostre prime collaborazioni si sono concretizzate nella sua partecipazione ad alcune collettive e fiere d'arte. In particolare, seguiamo con attenzione il suo percorso da quando si è focalizzato sul tema del volto, restituito con grande freschezza e attenzione all'uso del colore. Un linguaggio che può interessare un pubblico giovane e nuove forme di collezionismo, esito di un'attività di scouting che desideriamo alternare alla consolidata proposta di maestri storicizzati, per spaziare dal moderno al contemporaneo».
Dissolvenze di sguardo, 2025 acrilico liquido su tela

Diffusione di Frida Gafas - Miniatura,2025 acrilico liquido su tela

Diffusione di_Eva ,2024 acrilico liquido su tela

Dissolvenza,2024 acrilico liquido su tela

Genesis,2025 acrilico liquido su tela


Ivan Lorenzo Frezzini. Dissolvenze. Di volto in volto
A cura di Federico Bonioni
con un testo di Francesca Manzini
Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia
24 aprile - 8 giugno 2025
Inaugurazione: giovedì 24 aprile, ore 17.00

Thursday, April 3, 2025

Les Monstres Amis. Emilio Scanavino e la X Triennale

 FONDAZIONE EMILIO SCANAVINO

 

Les Monstres Amis. Emilio Scanavino e la X Triennale

a cura di Michel Gauthier e Marco Scotini

 

4 aprile – 22 giugno 2025

 

Prima mostra organizzata dalla nuova Fondazione, racconta la Triennale del 1954,

momento fondamentale della storia dell’arte e del design

che vide la partecipazione dell’artista e di altri rappresentanti di rilievo delle arti visive

 

Dal 4 aprile al 22 giugno 2025, la Fondazione Emilio Scanavino presenta la sua prima iniziativa: la mostra Les Monstres Amis. Emilio Scanavino e la X Triennalea cura di Michel Gauthier e Marco Scotini, che rivisita un momento fondamentale della storia dell’arte e del design. L’esposizione si concentra sulla partecipazione di Scanavino e di altri artisti di rilievo dell’epoca alla X Triennale di Milano del 1954, dedicando particolare attenzione alla sezione della ceramica, importante occasione di dialogo tra arte e design industriale.

 

Les Monstres Amis ricrea l’ambiente della sala delle ceramiche della Triennale, che nel 1954 ospitava opere realizzate ad Albisola nell'estate precedente da artisti come Enrico Baj, Sergio Dangelo, Corneille, Asger Jorn, Roberto Matta, Lucio Fontana e lo stesso Emilio Scanavino, all’interno di una scenografia curata da Joe Colombo.

La sezione, inserita in un contesto dedicato a design industriale e funzionalismo, si proponeva di sfidare il predominio di quest’ultimo con un progetto che anticipava il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, un’idea che sarebbe poi evoluta nell'Internazionale Situazionista.









Sunday, March 2, 2025

Bruna Esposito: giganti miniature

MUCIV

Museo delle Civiltà

presenta

 

 

Bruna Esposito

giganti miniature.

ipotesi circa il museo e note sul carnevale

 

a cura di Matteo Lucchetti e Andrea Viliani

 

16 progetti che l’artista ha concepito come Research Fellow presso il Museo in cui il mondo capovolto del Carnevale e la relazione tra grande e piccolo, visibile e invisibile, noto e ignoto, affermato e omesso diventano strumento per ipotizzare interpretazioni e esperienze alternative del museo

 

Fino al 31 agosto 2025

Nella prima sala del percorso al primo piano del Palazzo delle Arti a Tradizioni Popolari, fino al 31 agosto, l’artista Bruna Esposito (Roma, 1960), presenta l'esito della sua Research Fellowship biennale presso il Museo, condividendo 16 progetti inediti nella mostra giganti miniature. ipotesi circa il museo e note sul carnevale – a cura di Matteo Lucchetti e Andrea Viliani.

 

Non sviluppate intenzionalmente dall’artista in vere e proprie opere, Esposito affida le sue ipotesi alla riflessione ulteriore dei pubblici, concependo il suo intervento come una serie di riflessioni sul museo, le sue collezioni e le sue interpretazioni e come un invito a operare possibili ribaltamenti di prospettiva e narrazione. Ispirandosi al “mondo alla rovescia” del Carnevale, ed esaltando il ruolo che l’incertezza(simboleggiata in mostra dal simbolo della tilde) può avere nei processi conoscitivi, Esposito ha ideato così una mostra che già nel titolo – in minuscolo, ma con dimensioni più grandi del resto – mette in relazione scale ed esperienze diverse, per esempio quelle degli adulti ma anche dei bambini. A seguito delle suericerche, condotte in particolare sulle Collezioni di Preistoria e di Arti e Tradizioni Popolari (di cui alcuni esemplari sono inclusi in mostra), l’artista ha sviluppato note di lavoro e ipotesi progettuali che mettono quindi al centro della mostra i metodi, gli strumenti e il valore della ricerca in quanto tale. 



 

 

MUCIV-Museo delle Civiltà | Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari

Piazza Guglielmo Marconi 8, Roma

Tuesday, February 4, 2025

Like an aggressive river | Eva Papamargariti

Bologna, 4 febbraio 2025. Traditum Est e serra madre presentano Like an aggressive river a cura di Ruth Beraha e Marta Papini, una mostra che esplora le identità fluide e sfuggenti dell’epoca contemporanea attraverso l’installazione multicanale di Eva Papamargariti.

 

Like an aggressive river, parte di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, si terrà negli spazi di serra madre, il neonato centro di produzione artistica e culturale di Kilowatt alle Serre dei Giardini (via Castiglione 134, Bologna), e sarà inaugurata venerdì 7 febbraio alle 17.00 alla presenza dell’artista e delle curatrici Ruth Beraha e Marta Papini.

 

La mostra, ad accesso libero e gratuito, sarà visitabile fino a domenica 9 febbraio nei seguenti orari: venerdì 7 febbraio dalle 15.00 alle 22.00, sabato 8 febbraio dalle 15.00 alle 24.00 e domenica 9 febbraio dalle 15.00 alle 22.00.

 

Il titolo dell'opera presentata al centro di serra madreAll that now flows through us, trae ispirazione da Le onde, uno dei testi più sperimentali di Virginia Woolf, portando al plurale una frase evocativa del libro.

L'installazione a cinque canali alterna frammenti di vita quotidiana ripresi dall'artista con il proprio cellulare, corpi 3D in metamorfosi, paesaggi naturali e artificiali che si confondono, creando un mondo di identità ibride in costante trasformazione. Le stesse immagini ricorrono nei video in momenti diversi, lasciando nel pubblico la sensazione di un déjà-vu, come se il sistema fosse affetto da un malfunzionamento.

 

L’opera di Eva Papamargariti dialoga con i temi del naturale e dell’artificiale, della memoria e della trasformazione, evocando un immaginario che ricorda le parole di Woolf: «Le mie radici scendono nelle profondità del mondo, attraverso la terra secca di mattoni e la terra umida, attraverso le vene di piombo e d'argento. Io sono tutta fibra. Tutti i tremori mi scuotono, e il peso della terra mi preme sulle costole. Quassù i miei occhi sono foglie verdi, non vedono.»

 

Eva Papamargariti vive tra Atene e Londra. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni internazionali come il New Museum e il Whitney Museum (New York), la Tate Britain (Londra), il Museo MAAT (Lisbona), e il MoMA PS1 (New York). Nel 2023 è stata artista residente presso la LUMA Foundation di Arles e la residenza New Now di Zollverein. Nel 2024-25 partecipa al programma Onassis AiR Extended Research Residencies.

La sua ricerca si concentra sulla convergenza tra naturale e artificiale, corpo e tecnologia, spazi fisici e digitali, esplorando le dinamiche di trasformazione e interconnessione che caratterizzano il mondo contemporaneo.

 

Dal 7 al 9 febbraio 2025

serra madre

Via Castiglione 134, Bologna

 







 

Saturday, January 25, 2025

GIANFRANCO BARUCHELLO. MONDI POSSIBILI

 Roma - Dal 25 gennaio al 3 maggio 2025 l’Accademia Nazionale dei Lincei Fondazione Baruchello presentano a Villa Farnesina a Roma la mostra Gianfranco Baruchello. Mondi possibili, a cura di Carla Subrizi.

La mostra, in un percorso che si snoda tra gli spazi interni ed esterni della Villa, propone, con una selezione di opere di Gianfranco Baruchello, un dialogo a distanza tra storia, iconografie e immaginari appartenenti a epoche differenti. Arte e storia si aprono a un confronto non soltanto tra passato e presente, ma anche tra ispirazione e creazione, possibilità e irreale.

Nelle parole della curatrice, Carla Subrizi, presidente della Fondazione Baruchello: “I mondi possibili si configurano quindi quando il tempo perde la sua articolazione: le sequenze si interrompono, il passato arriva per sorprenderci e il presente si realizza come incursione nel già stato. L’interazione tra opere non produce soltanto incontri ma forme di interrogazione tra fasi ed epoche, tra modelli della storia e conseguenze di essi: passato e presente – e non soltanto antico e contemporaneo, termini in un certo modo chiusi in sé stessi – trovano modi di dialogare inediti ed efficaci. I mondi possibili nascono mettendo in relazione esperienze, storie, memoria, per produrre corto circuiti: premessa che è stata da sempre presente nella ricerca di Baruchello”.

La storia, l’inconscio, il sogno e l’ambiente, temi tutti presenti nei cicli degli affreschi della Villa Farnesina, sono stati continuamente indagati da Baruchello e tornano in questa mostra, con otto grandi opere, attraverso una molteplicità di media differenti, tra cui la pittura, l’oggetto, l’installazione, l’immagine in movimento.

Gianfranco Baruchello con il suo lavoro radicale e indipendente, che ha attraversato sette decenni tra ventesimo e ventunesimo secolo, ha spesso affermato che tutta la sua opera sia stata il tentativo di costruire “piccoli sistemi” in grado di contrastare i grandi sistemi della storia, della politica e dell’ideologia.

Cosa avviene se un artista del ventesimo secolo, Gianfranco Baruchello, incontra Raffaello? Se la ninfa Galatea, opera di Raffaello presente negli affreschi della Loggia omonima, trova dinanzi a sé il tragitto di un fiume (Il Fiume, 1982-1983) pensato da un artista vissuto 500 anni dopo, come un percorso tortuoso, pieno di ostacoli? Se Raffaello pensa Galatea attraverso le Metamorfosi di Ovidio, Baruchello si autoritrae nel corso di un fiume, in un’opera lunga ben 15 metri, che nel suo articolarsi, scopre la difficoltà a fluire, a essere quel che dovrebbe, a causa di alterazioni degli equilibri sia naturali (ambientali, geografici, sociali) che dell’esperienza vissuta.  

Anche le altre opere della mostra dialogano con gli ambienti della Villa Farnesina. Case nomadi  e fragili  (La casa in fil di ferro, 1975, nella Sala del Fregio); monumenti a coloro che sono stati dimenticati dalla storia (Monumento ai non eroi, 1962, nella Sala delle Nozze di Alessandro Magno e Rossane); riflessioni sulla cartografia di un territorio attraverso una geografia “sensibile” (Rilievo ideale, 1965, nella Sala 5); stratificazioni sia temporali che spaziali della complessità dei cicli pittorici di Villa Farnesina colte nella misura ridotta di uno spazio non grande (Oh, Rocky Mountains Columbine, 1966, nella Saletta pompeiana); sguardi che dalla storia continuano a guardarci e a interrogarci (La storia ci guarda, 1972-2018, Sala 4); oggetti apribili che mostrano l’inconscio, la memoria e territori delle psiche ancora da esplorare (Murmur, 2015, nella Loggia di Amore e Psiche); un giardino di piante molto belle e seducenti che si rivelano essere in grado di costituire un pericolo (Giftpflanzen, Gefahr! (Piante velenose, pericolo!), 2009, nei giardini storici della Villa).


 25 gennaio – 3 maggio 2025

 Villa Farnesina










Roma, via della Lungara 230

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