Tuesday, February 19, 2019

SKIN TASTE AT PORTO FLUVIALE IN ROME

Tonignt at 7.00 pm opens the fifth edition of Skin Taste, a project curated by Adriana Rispoli which since 2013 has given a new face to the over 250 square meters facade of Porto Fluviale in Rome. Each year an artist is invited to create a large site-specific work in poster paper, involving the public in transit in front of the building, with an artistic and not commercial message. Skin Taste goal is the redevelopment of a metropolitan area, that wants to become a new incubator of creativity, with the specific mission of generating a synergy between worlds that are not so distant, such as art, food and wine.
After Mariangela Levita, Flavio Favelli, Giuseppe Stampone, Igor Grubic | Raffaela Mariniello, this year the interpretation of the "skin" of the former factory has been entrusted to the Roman artist Danilo Bucchi, known for the skill of his large urban interventions, who created the site-specific work Suspected Landscape. With an abstract pictorial sign at first glance but full of silent narrations, Bucchi in Suspected Landscape introduces us into an "another" dimension, in which a barely mentioned figure speaks directly to the unconscious of the spectator. As in a surrealist screen play, the six panels - independent and loose from a spatio-temporal reading - seem to restore an intimate flow of consciousness. In an alternation of plans, iconic hominids of the artist's language, similar to the twentieth century tradition of psychic automatism, they inhabit a "landscape" interspersed with violent touches of red and punctuated by references to domestic life. Apparently playful but sometimes disturbing, the work of Danilo Bucchi is both dreamlike and realistic, giving the viewer the power of interpretation and perhaps of identification.
As Achille Bonito Oliva writes, Bucchi does not fly free in the truth of matter, he does not want to transform art into a practice that cancels the physical gravity of the world ... he wants to strengthen it by the foundation of a real, figurable method, capable of extracting a sign, formalizing and circumscribing in the enclosure of a necessary shape is the dark weight of color.

Questa sera alle ore 19.00, torna Skin Taste, il progetto a cura di Adriana Rispoli, giunto alla quinta edizione, che dal 2013 dona alla facciata di oltre 250 metri quadrati del Porto Fluviale di Roma un volto nuovo, assegnando ogni anno a un artista il compito di creare una grande opera site-specific in carta da manifesto, che coinvolga il pubblico in transito davanti all’edificio con un messaggio artistico e non pubblicitario. Skin Taste ha come finalità la riqualificazione estetica dell’area metropolitana e la volontà di fondare un nuovo incubatore di creatività, con la missione specifica di generare una sinergia tra mondi non poi così distanti come l’arte e l’enogastronomia.
 Dopo Mariangela Levita, Flavio Favelli, Giuseppe Stampone, Igor Grubic|Raffaela Mariniello, quest’anno l’interpretazione della “pelle” dell’ex opificio è stata affidata all’artista romano Danilo Bucchi, noto per la maestria dei suoi interventi urbani di grandi dimensioni, con l’opera Paesaggio Sospettato. Con un segno pittorico a primo sguardo astratto ma denso di narrazioni silenziose, Bucchi in Paesaggio Sospettato ci introduce in una dimensione “altra”, in cui una figurazione appena accennata parla direttamente all’inconscio dello spettatore. Come in uno screen play surrealistico, i sei pannelli - indipendenti e sciolti da una lettura spazio-temporale - sembrano restituire un intimo flusso di coscienza. In un’alternanza di piani, ominidi iconici del linguaggio dell’artista, assimilabili alla tradizione novecentesca dell’automatismo psichico, abitano un “paesaggio” intervallato da violenti tocchi di rosso e puntellati da accenni alla vita domestica. Apparentemente ludico ma a tratti inquietante, il lavoro di Danilo Bucchi è insieme onirico e realistico concedendo allo spettatore il potere dell’interpretazione e magari dell’immedesimazione.
 Come scrive Achille Bonito Oliva, Bucchi non vola svincolato nella verità della materia, egli non vuole trasformare l’arte in una pratica che cancella la gravità fisica del mondo… vuole potenziarlo mediante la fondazione di un metodo reale, figurabile, capace di estrarre un segno, formalizzando e circoscrivendo nel recinto di una forma necessaria l’oscuro peso del colore.








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