Thursday, May 29, 2025

Geometrica di Sadr Botein

Ieri, mercoledi 28 maggio, allo Spazio 59, Via della Penna 59 (di fronte all’hotel Locarno) a Roma, si è tenuto un Cocktail party per presentare la nuova collezione Geometrica di Sadr Botein, brand di nicchia di bijoux made in Italy dal design contemporaneo, realizzati a mano e ispirati all’ Art Déco.
Apro una parentesi sull’Art Deco, stile del  secolo scorso per il quale vado letteralmente in visibilio.L'Art Deco Ã¨ stato un fenomeno del gusto che interessò sostanzialmente il periodo fra il 1919 e il 1930 in Europa ed  Ã¨ caratterizzata dall'uso di materiali come l'alluminio, l' acciaio inossidabile, lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra. L'uso massiccio di forme a zigzag o a scacchi, e curve vaste (diverse da quelle sinuose dell' Art Nouveau), motivi a 'V' e a raggi solari.  L'Art déco fu uno stile sintetico, e al tempo stesso volumetricamente, aerodinamico, turgido e opulento, probabilmente in reazione all'austerità imposta dagli anni della prima guerra mondiale e della conseguente crisi economica.
Il brand Sadr Botein ha saputo coniugare quelle forme attualizzandole con materiali come il plexiglas trattato alla maniera di un cristallo contemporaneo, trasformando questo materiale industriale in oggetti preziosi.
Dopo il grande successo in America e in Giappone, Sadr Botein, per la prima volta è a Roma, in mostra gioielli/scultura dalle forme eleganti e austere.
Sadr Botein, prosegue la sua ricerca stilistica nell’Art Déco attraverso stimoli visivi per declinare il cristallo acrilico, materiale simbolo del marchio, in nuove creazioni uniche all’insegna del design. Grazie alla sua plasticità, alla sua leggerezza e resistenza e soprattutto alla sua trasparenza cristallina, che può essere modellata e colorata realizzando una vasta gamma di effetti visivi, la materia prima permette di dare libero sfogo alla creatività. 
La collezione 2025 si accentua con la linea Geometrica, dove forme come rettangoli e quadrati, vengono sapientemente fuse per creare collane e bracciali rigidi che sottolineano una sofisticata eleganza grazie alla linearità delle forme e ad insoliti accostamenti cromatici. Soli, lune e stelle diventano ciondoli per collane, importanti orecchini o choker di design destinati a essere il mai-più-senza dell’anno.  Cristalli, applicati in maniera irregolare sulla superficie dei bijoux, creano intriganti giochi di luce impreziosendone ulteriormente l’opulenza. L’iconica linea Viper viene affiancata dalla nuova linea Easy Viper, dove la maestosità e la sinuosità delle spire del serpente acquisiscono un’allure minimale ed essenziale, con delicate sovrapposizioni materiche. Gioielli ricercati di alta qualità, lavorati a mano in ogni fase produttiva, dal taglio laser, alla termoformatura fino alla lucidatura, in un connubio vincente di estetica, funzionalità e durata.











Wednesday, May 28, 2025

MACTE | Premio Termoli: 64° edizione

 Il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli

presenta

 

Premio Termoli

64° edizione

a cura di Caterina Riva

Nato nel 1955 come premio annuale per l’Arte Contemporanea, nel 1960 il Premio Termoli diventa una ricognizione sulla ricerca artistica italiana, cui hanno collaborato, nelle oltre sessanta edizioni svolte, nomi illustri della critica d’arte tra cui Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Filiberto Menna, Carla Subrizi. Grazie al premio acquisto, negli anni il Premio ha dato vita a una collezione di opere capaci di rappresentare il lungo percorso di ricerca e sperimentazione dell’arte italiana dal 1955 a oggi.

 

Il Premio, gestito dalla Fondazione MACTE dal 2020, si articola nelle sezioni Arti Visive e Architettura e Design, il Premio presenta dal 30 maggio al 20 settembre 2025 una mostra con le opere di 12 artisti contemporanei e gli esiti della call internazionale del Progetto di Rebranding della città di Termoli.

 

La 64° edizione del Premio Termoli, curata dalla direttrice del MACTE Caterina Riva, presenta le opere multiformi di Mario Airò, Monia Ben Hamouda, Lucia Cristiani, Luca De Angelis, Binta Diaw, Adji Dieye, Roberto Fassone, Aldo Giannotti, Elisa Giardina Papa, Allison Grimaldi Donahue, Paolo Icaro e Jiajia Zhang, artiste e artisti scelti dal comitato curatoriale composto da Simone Ciglia, Gioia Dal Molin, Rossella Farinotti ed Emanuele Guidi.

 

Dal video alla pittura, dall’installazione alla fotografia, dalla scultura alla performance, il 64° Premio Termoli si apre a formati diversi diventando un osservatorio privilegiato sulle pratiche dell’arte contemporanea e offrendo punti di vista e prospettive molteplici che portano fuori dall’Italia o ad osservare l’Italia da fuori, come spesso capita ad artisti e curatori che lavorano tra nazioni e città diverse.

La mostra presenta il lavoro di artisti scelti senza limiti di età o prescrizioni sul tipo di opera presentata, e vuole essere un dialogo attivo tra generazioni artistiche diverse e con il pubblico, che potrà dare la propria preferenza per l’assegnazione del Premio, votando l’opera preferita che riceverà una menzione speciale. Come sempre, l’opera vincitrice della 64° edizione del Premio Termoli sarà poi acquisita nella collezione del MACTE Museo d’Arte Contemporanea di Termoli.

La nuova edizione dello storico Premio Termoli permette di incrementare una collezione che rappresenta un caso forse unico in Italia per la documentazione di un ambito di ricerca che va dal post-informale all’astrattismo, dalla nuova figurazione all’arte cinetica e programmata. Accanto ai lavori di Carla Accardi, Franco Angeli, Antonio Calderara, Dadamaino, Mirella Bentivoglio, Tano Festa, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Mario Schifano, Giulio Turcato e Giuseppe Uncini, solo per citarne alcuni, l’opera vincitrice del 64 Premio Termoli continuerà ad alimentare l’inclusione di nuovi linguaggi dell’arte contemporanea, e portare nel Basso Molise artisti e progetti di interesse internazionale.

30 maggio – 20 settembre 2025



Tuesday, May 13, 2025

LA MODA NON È UN MESTIERE PER CUORI SOLITARI

 Mercoledì 14 maggio 2025, alle ore 18.00

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

LA MODA NON È UN MESTIERE PER CUORI SOLITARI
di Patrizia Sardo Marras
(Bompiani, 2025)

 

Introduce: Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Milano 

Dialoga con l’autrice: Geppi Cucciari, conduttrice e attrice

 

Palazzo Reale
Milano, piazza del Duomo 14

Con la sua voce allegra e irriverente, Patrizia Marras ripercorre per noi il viaggio di due ragazzi partiti da un negozio di stoffe nel centro di Alghero e arrivati sotto i riflettori delle passerelle di Parigi e New York grazie alla fedeltà alle radici unita a un’ardita visionarietà. Ma soprattutto grazie a un amore di coppia che si allarga a una grande famiglia e diventa il laboratorio alchemico dove nascono collezioni di moda piene di poesia: perché, parola di Patrizia Marras, la moda non è un mestiere per cuori solitari.



Friday, May 2, 2025

Street Levels Gallery presenta la prima mostra personale di Guerrilla Spam

 “Di mondi lontanissimi, delle perdute pitture di Pontormo, del cosmo amazzonico e del serpente arcobaleno, di segni rupestri ma anche delle mani di Gargas, di arcaici simboli europei o africani e aborigeni, di spirali, croci e filetti, di omini a U, di sirene, cariatidi e canopi, del tuffatore e certamente del giovane che pesca sul kylix di Ambrosios”

in breve “Di mondi lontanissimi, delle perdute pitture di Pontormo e altro ancora”

mostra personale di Guerrilla Spam

a cura di Street Levels Gallery

Street Levels Gallery presenta

la prima mostra personale di Guerrilla Spam

 

Un viaggio immersivo nella loro ricerca artistica a quindici anni dall’esordio a Firenze.

Il progetto espositivo ha inizio con le perdute pitture di Pontormo nella Basilica di San Lorenzo per indagare e rappresentare culture e mondi lontanissimi.

In mostra trenta opere inedite, bozzetti e una installazione

dal 3 maggio all’8 giugno a Firenze. 

Negli spazi espositivi della galleria, in via Melegnano 4r a Firenze. La mostra, dal titolo enciclopedico tutto da esplorare, “Di mondi lontanissimi, delle perdute pitture di Pontormo, del cosmo amazzonico e del serpente arcobaleno, di segni rupestri ma anche delle mani di Gargas, di arcaici simboli europei, africani o aborigeni, di spirali, croci e filetti, di omini a U, di sirene, cariatidi e canopi, del tuffatore e certamente del giovane che pesca sul kylix di Ambrosios”, propone oltre trenta opere inedite, tra cui tavole dipinte, bozzetti, installazioni, disegni e incisioni.

 

L’esposizione è un’occasione unica per ripercorrere le ricerche e gli studi che il collettivo, nato a Firenze nel 2010 e oggi parte integrante della scena artistica torinese e internazionale, ha proposto al pubblico in questi quindici anni di intensa e variegata attività. Il progetto nasce nel 2015 con lo studio del perduto ciclo di affreschi realizzato dal pittore Jacopo Carrucci, detto il Pontormo, nel coro nella Basilica fiorentina di San Lorenzo intorno al 1530. Un’opera di cui oggi non abbiamo tracce visibili, ma che sappiamo essere stata piuttosto controversa, come dimostrano le parole del pittore e storico Giorgio Vasari: “cose così strane e difficili” e “fuori di ogni regola”.

 

Anni di ricerca, studi, stimoli e riflessioni si concretizzano oggi in un’esposizione poliedrica che, partendo dalla maniera del pittore cinquecentesco, si apre verso “mondi lontanissimi”, per raccontare simboli e iconografie di epoche e culture diverse, lontane per tempo e spazio. Il pittore è l’intro di una ricerca, il punto di partenza per un viaggio immaginario tra Oriente e Occidente.

 

Il progetto espositivo “Di mondi lontanissimi, delle perdute pitture di Pontormo e altro ancora” si sviluppa seguendo tre aree tematiche: ombra, luce e colore, corrispondenti a uno stato iniziale, un cambiamento e una fase finale. Questa suddivisione prende forma nel percorso espositivo attraverso tre cicli: il ciclo di opere nere (fase dell’ombra-stato iniziale), il ciclo di opere bianche (transizione della luce-cambiamento), e il ciclo di opere a colori (fase finale).

 

Sottilissimo e raffinato il passaggio tra una fase e l’altra che avviene grazie a una reiterata interazione, così le opere nere contengono una parte bianca e quelle bianche una parte di colore, a sottolineare il procedere continuativo e consequenziale. Lo stile pittorico è quello tipico della produzione artistica di Guerrilla Spam, con uno spiccato simbolismo, molteplici figure stilizzate e segni incisivi che si stagliano su ampie campiture.

 

Visitando la mostra lo spettatore intraprende un percorso fisico, nelle sale, e conoscitivo fatto di riferimenti e citazioni di vario genere: letterarie, filosofiche e musicali, in cui alla parola è riconosciuto uno spazio e una valenza imprescindibile. Le opere appaiono come un connubio di immagini e testo, in cui il titolo è parte stessa dell’opera perché la completa e la introduce allo spettatore contestualizzandola e svelandone ragionamenti e riflessioni nascoste.

 

La mostra si apre con “Il marinaio Sinbad ascolta la storia”, l’incipit di un racconto, e si conclude con l’opera più piccola, appena 10x20 cm, di “In Oriente il Gran Khan gli dirà che la freccia è diversa dall'arco, e che il bersaglio si muove continuamente”, tratto dalla canzone Marco Polo del cantautore Flavio Giurato. Un finale aperto che, come nelle parole che chiudono la canzone, ci pone davanti alla vastità del mare, orizzonte di mondi lontanissimi.

 

“La mostra personale di Guerrilla Spam- sottolinea Sofia Bonacchi, CEO Street Levels Gallery- inaugura un nuovo ciclo espositivo nel nuovo spazio di Street Levels Gallery e sancisce la capacità di questa realtà espositiva nel restituire al pubblico le molteplici, spesso contraddittorie, sfaccettature dell’arte urbana. Un’adesione autentica a un movimento che, nel panorama culturale italiano, continua troppo spesso a essere frainteso, strumentalizzato o relegato ai margini. Con questa mostra Street Levels Gallery ribadisce una sua precisa postura culturale: non assecondare l’arte che consola, ma sostenere quella che interroga, che disarma, che apre varchi. Un’arte che non si accontenta di essere superficie, ma che si fa atto, resistenza, trasformazione”.


Street Levels Gallery, via Melegnano 4-4R, Firenze

 3 maggio – 8 giugno 2025






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