Tuesday, May 24, 2022

Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro

"Il designer, quindi, non disegnerà più solo con la matita, ma creerà con la collaborazione di tecnici, scienziati, professori e dottori e, in un futuro abbastanza immediato, con un cervello elettronico. "
(Joe Colombo) 
 Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro è la mostra a cura di Ignazia Favata che si tiene dal 24 maggio al 4 settembre 2022 al GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Nel 1954 installa alla Triennale di Milano le Edicole Televisive, dove apparecchi Zenit diffondevano immagini e le persone potevano seguire trasmissioni informative; appassionato di jazz, insieme agli artisti Enrico Baj e Sergio Dangelo, arreda lo storico Jazz Club Santa Tecla con un collage di manifesti e manichini disintegrati che pendevano dal soffitto: comincia così il percorso straordinario di Joe Colombo (1930 – 1971) - sempre alla ricerca di nuove tecnologie e materiali, al confine tra formazione artistica e industriale - non a caso definito il profeta del design. 
A lui è dedicata questa mostra, in cui si esplora l’evoluzione della sua storia e il suo costante interesse verso nuove forme di progresso. 
Il percorso espositivo parte dalle prime esperienze degli Anni Cinquanta, dall’adesione al Movimento Arte Nucleare e la prima progettazione della Città Nucleare in cui troviamo già una città residenziale e una sotterranea con automobili, servizi, magazzini e metropolitana. La morte del padre e il suo necessario coinvolgimento nell’azienda di famiglia, lo portano a un cambiamento radicale con l’abbandono del mondo artistico e l’incontro con quello industriale, ma l’esperienza si rivela cruciale per Colombo, che impara tecniche costruttive, di produzione e incontra i nuovi materiali plastici. Dopo qualche anno, infatti, cede l’attività e apre il suo primo studio a Milano. 
 Gli anni Sessanta si aprono con il premio IN-ARCH per il controsoffitto in metacrilato nell’Albergo Continental a Platamona in Sardegna (1964), e la progettazione con il fratello Gianni della sua prima lampada Acrilica per O-Luce con cui vince la medaglia d’oro alla XIII Triennale di Milano (1964). 
 La capacità di astrazione sviluppata nei primi anni di attività e la successiva concretezza sviluppata nel suo periodo aziendale, lo portano a proporre oggetti di design con forme e materiali nuovi e con idee innovative sui modi di vivere del futuro. 
 La passione per la meccanica, il suo non sentirsi vincolato dai contesti architettonici che lui immagina sempre più piccoli e trasformabili, insieme ai suoi studi di ergonomia e psicologia, lo portano a realizzare progetti radicalmente innovativi come il Sistema Programmabile per Abitare, monoblocchi polifunzionali come la MiniKitchen per Boffi ed il Box 1 per La Linea arrivando anche a proporre Habitat Futuribili come Visiona 1 per Bayer, il Total Furnishing Unit per MOMA, o la sua stessa casa in Via Argelati a Milano.


Joe Colombo, Tube Chair per Cappellini / Cap Design spa, 1969. 

 Courtesy Cappellini / Cap Design spa 


Joe Colombo, BOBY per B-Line srl, 1970. 

Courtesy B-Line srl 


Joe Colombo, Multichair per B-Line srl, 1970. 

 Courtesy B-Line srl 


Joe Colombo, Minitopo per Stilnovo, 1970. 

Courtesy Stilnovo 


Joe Colombo, Poltroncina ad elementi curvati per Kartell spa, 1964.

Courtesy Kartell spa. 


Joe Colombo, Nastro per Bonacina 1889 srl, 1964. 

Courtesy Bonacina 1889 srl 


Joe Colombo, Elda per Longhi Spa, 1963. 

Courtesy Longhi Spa 


Joe Colombo, Robo per I.C.F. Industrie Carnovali srl, 1969. 

Courtesy Industrie Carnovali srl 


Joe Colombo, Continental per I.C.F. Industrie Carnovali srl, 1965. 

Courtesy Industrie Carnovali srl 


Joe Colombo, Mini Coupé per OLUCE srl, 1967. 

Courtesy Oluce srl 





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