Wednesday, June 18, 2025

MAX MARA RESORT ALLA REGGIA DI CASERTA

Lo scorso 17 giugno 2025, Max Mara ha presentato la collezione Resort 2026, battezzata Venere Vesuviana, nella spettacolare cornice della Reggia di Caserta
 Scegliendo lo scenografico Scalone Reale e il Cannocchiale, l’evento ha trasformato le sale e le architetture vanvitelliane in un prolungamento naturale della passerella . 
 La collezione si ispira all’Italia degli anni Cinquanta, in particolare alla rinascita del dopoguerra. Modellata sulle figure femminili dei film neorealisti – da Sophia Loren a Silvana Mangano – la narrazione visiva riflette una donna autonoma, forte, autentica .

Max Mara Resort 2026 alla Reggia di Caserta è stata molto più di una semplice sfilata: un’arena scenografica, un manifesto di eleganza e potere femminile, una celebrazione della tradizione italiana e del patrimonio culturale. Una serata in cui moda, cinema, arte e star hanno scritto un nuovo capitolo nel Grand Tour del made in Italy contemporaneo.

Ian Griffiths, direttore creativo, ha definito questa estetica come un “femminismo pragmatico”, legato a una nuova idea di potere femminile . Non mancano richiami specifici a film come Riso Amaro e L’Oro di Napoli, nonché alla fotografia iconica American Girl in Italy (1951) di Ruth Orkin . 
 Tra le novità, spicca la collaborazione con la sartoria napoletana Cuomo e la storica cravatteria E. Marinella, grazie alla quale tessuti e motivi tratti dalle cravatte del 1951 sono stati reinterpretati su capi come pyjamas in seta e foulard . Pantaloncini arrotolati, blazer destrutturati, gonne ampie con tasche, guêpière su giacche maschili e abiti strapless con cristalli riflettono un equilibrio tra struttura e morbidezza .
 L’evento ha attirato star internazionali come Sharon Stone, Gwyneth Paltrow, Laetitia Casta, Hayley Atwell, Joey King, Pilar Fogliati e Sveva Alviti, rendendo la serata un autentico momento glamour . 
 La scelta della Reggia di Caserta sottolinea un legame profondo tra moda e patrimonio culturale. Ospitando lo show in un sito Unesco, Max Mara ha scelto di elevare la narrazione visiva della collezione con l’arte barocca e l’architettura neoclassica . 
 La collezione include reinterpretazioni della capiente Whitney Bag, declinata in quattro nuove versioni, e cinque foulard in seta stampata, disponibili alla vendita dal 18 giugno in modalità See Now, Buy Now . Questo show italiano conferma la vocazione internazionale di Max Mara, dopo tappe nelle capitali europee come Berlino, Praga e Lisbona. Si vuole così confermare l’impegno verso il made in Italy come veicolo della cultura e l’identità del brand .
 Max Mara Resort 2026 alla Reggia di Caserta è stata molto più di una semplice sfilata: un’arena scenografica, un manifesto di eleganza e potere femminile, una celebrazione della tradizione italiana e del patrimonio culturale. Una serata in cui moda, cinema, arte e star hanno scritto un nuovo capitolo nel Grand Tour del made in Italy contemporaneo.





Monday, June 9, 2025

Wangechi Mutu - Poemi della terra nera

  Roma- Dal 10 giugno al 14 settembre 2025, la Galleria Borghese ospita, per la prima volta nella residenza del Cardinal Scipione, una mostra dell'artista keniota e americana Wangechi Mutu, dal titolo Poemi della terra nera, a cura di Cloé Perrone. Il progetto, che muove anch’esso, come la mostra recentemente conclusa sul poeta barocco Giovan Battista Marino, dall’interesse del museo nei confronti della poesia, è concepito come un intervento site-specific che si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata e nei Giardini Segreti, sfida la tradizione classica, attraversando sospensioni, forme frammentate e nuove mitologie immaginate, e crea un dialogo multistrato tra il linguaggio contemporaneo dell'artista e l’autorità antica.

Il titolo evoca il profondo significato della pratica duplice di Mutuintrecciata tra poesia e mitologie, ma profondamente ancorata ai contesti sociali e materiali contemporanei. La "terra nera", ricca e malleabile sotto la pioggia, quasi come argilla, appare in molteplici geografie, inclusi i Giardini Segreti della Galleria Borghese, che offrono un punto di risonanza con l'immaginario dell'artista. Da questa terra, le sculture sembrano emergere, come modellate da una forza primordiale, dando vita a storie, miti, ricordi e poesie. La metafora sottolinea la forza generativa e trasformativa del suo lavoro: radicato nella materialità ma aperto a molteplici interpretazioni future.

 L'intervento di Wangechi Mutu introduce un vocabolario inedito nell'architettura storica e simbolica della Galleria Borghese. Attraverso la scultura, l'installazione e l'immagine in movimento, l'artista propone un approccio innovativo allo spazio museale, che sfida la gerarchia, la permanenza e il significato fisso. Le sue opere interrogano il peso visivo e l'autorità della collezione, adottando strategie di sospensione, fluidità e frammentazione. In tal modo il museo non si presenta come un semplice contenitore statico di oggetti, ma come un organismo vivo, in continua trasformazione, plasmato dalla perdita, dall'adattamento e dalla riconfigurazione.








Monday, June 2, 2025

NINO BERTOLETTI- GALLERIA D'ARTE MODERNA

Roma- Pittore e illustratore ma anche collezionista, mercante d’arte e giornalista in dialogo con l’avanguardia e i neoclassici, amico di artisti come Giorgio de Chirico, Cipriano Efisio Oppo e Fausto Pirandello ma anche di letterati come Luigi Pirandello e Massimo Bontempelli e in contatto con critici come Roberto Longhi e Lionello Venturi, Nino Bertoletti (Umberto Natale Bertoletti, Roma, 1889-1971) è stato un artista di straordinaria poliedricità, il cui profilo non può essere ridotto alla sola figura del pittore. A questa figura straordinaria di intellettuale, a più di trent’anni dall’ultima mostra dedicata al suo lavoro, fino al 14 settembre 2025, la Galleria d’Arte Moderna di Roma dedica la retrospettiva Nino Bertoletti. 1889-1971, a cura di Pier Paolo Pancotto, che ne affronta la complessità artistica e intellettuale.

 

Con la mostra Nino Bertoletti. 1889-1971 la Galleria d’Arte Moderna di Roma restituisce visibilità a un artista la cui poliedricità intellettuale costituisce il tratto distintivo del suo operato. Con un percorso che racconta l’impegno in campo pittorico, grafico, architettonico, giornalistico e pubblico, la mostra fotografa un interprete originale e rappresentativo della stagione precedente il secondo conflitto mondiale, quando multiformità d’ingegno e varietà d’azione erano una nota di merito.

I capricci di fata luna

Interno, 1955-1960

La famiglia circa 1930



Ritratto della contessa Posse,1915

Ritratto di Pasquarosa,1930


 

Da Martedì 3 giugno

 

Galleria d’Arte Moderna

Via Francesco Crispi 24, Roma

 

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