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Friday, February 8, 2019

COCO, AUDREY, JACKIE: LO STILE SENZA TEMPO. FOTOGRAFIE DI MARK SHAW

Con la mostra “Coco, Audrey, Jackie: lo stile senza tempo. Fotografie di Mark Shaw”, la prima personale italiana di Mark Shaw, uno dei più importanti fotografi di moda degli anni ’50 e ’60, che firmò oltre 25 copertine per la celebre rivista “LIFE” ed immortalò alcune tra le più indimenticabili icone femminili dell’epoca, prosegue la collaborazione tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea.
La mostra, composta da 40 scatti, è infatti occasione per riflettere sul concetto di Fashion mass icon, termine in voga negli ultimi decenni negli studi sociologici e di moda, ma concetto che in realtà risale a molti anni addietro, quando fotografia e moda hanno intrecciato i loro destini. E’ proprio all’inizio del XX secolo che la moda inizia a costruire la sua identità come oggi la conosciamo: fenomeno di massa cioè «sistema che ha nella dimensione urbana il suo terreno di espressione e di riproduzione, di coesione sociale e di comunicazione del gusto, che è basato non solo sulla distinzione, ma anche sull’imitazione». Icona, mito e star, personaggi venerati e adorati, si pensi a Coco Chanel, che non solo ha dettato la moda ma che ha fatto della sua stessa vita un’opera d’arte da ammirare, diventando ben presto motivo d’ispirazione, vita personale e stilista erano due facce della stessa medaglia e come scrisse Anne Hollander «Chanel fu la prima couturière a vendere un’immagine globale e a mostrare come crearla».  La carriera di Shaw – iniziata nel 1946 per Harper’s Bazaar e Mademoiselle per poi passare nel 1952 LIFE – è infatti tra gli altri legata al nome di Coco Chanel, che il fotografo immortalò nel 1957, sempre per LIFE, durante il "ritorno alle scene" della stilista. Chanel si era ritirata nel 1938 da una azienda che contava oltre 3000 dipendenti, ma incapace di resistere alla tentazione della moda, era rientrata nell'impresa nel 1954. Per lo shooting, le cui immagini sono esposte in mostra, Shaw ritrasse Coco Chanel (in alcuni scatti assieme all'attrice Jeanne Moreau e la modella Suzy Parker) nel suo appartamento di Parigi che era anche la sede della casa di moda Chanel.
 La mostra partendo dalla sessione fotografica con Chanel si allarga però alle tante altre icone ritratte da Shaw, come Brigitte Bardot, Elizabeth Taylor, Grace Kelly, Jane Fonda, Jackie Kennedy o Audrey Hepburn quest’ultima immortalata nel 1953 sul set del film “Sabrina”.
Le fotografie di Shaw, esposte per la prima volta in Italia al Mantova Outlet Village, fanno rivivere personaggi che hanno segnato un’epoca ed uno stile che ancora oggi influenzano la moda e la cultura contemporanea. La mostra (10 febbraio – 14 aprile 2019), organizzata da Mantova Outlet Village e curata da ONO arte contemporanea, è ad ingresso libero. L’opening, con la presentazione di Daniela Sogliani, storica dell’arte che illustrerà il lavoro di Shaw e la sua continua influenza sull’immagine contemporanea, avverrà domenica 10 febbraio alle ore 16.30.

Coco Chanel
credit © Mark Shaw/
mptvimages.com

Audrey Hepburn
credit © Mark Shaw/
mptvimages.com

Grace Kelly
credit © Mark Shaw/
mptvimages.com

Wednesday, November 28, 2018

COLLAGE VINTAGE

Bologna-ONO arte contemporanea  presenta “Collage Vintage: serigrafie di Maria Grazia Preda”, la prima mostra italiana di serigrafie tratte dai collage di Maria Grazia Preda. Le opere di Maria Grazia Preda utilizzano il collage, l’arte del recupero creativo di riviste e manifesti, e ci restituiscono l’immaginario di un decennio rimasto nelle nostre menti come un periodo di rinascita economica e sociale, rileggendolo però in chiave contemporanea attraverso una sottile e pungente ironia. Gli anni Cinquanta, sotto forma di riviste originali d’epoca pubblicate in Italia, sono infatti il bacino da cui l’autrice attinge: immagini, loghi, parole stampate diventano così gli elementi minimi che, ricombinati, danno vita a nuove storie che solo all’apparenza possono sembrare frivole. L’elemento testuale infatti, anche esso recuperato dalle stesse riviste da cui provengono le immagini, fa da contraltare introducendo un elemento visivamente assonante ma concettualmente dissonante in grado di trasformare stereotipati modelli di femminilità borghese in donne tridimensionali e contemporanee, sagaci, volitive e sicure di ciò che vogliono. Il lavoro di Preda, nato appunto come singoli collage in pezzi unici, per la prima volta viene riprodotto con la tecnica della serigrafia e presentato in esclusiva per la prima volta da ONO arte.
ONO arte contemporanea
via santa margherita 10. I-40123 bologna



Thursday, July 19, 2018

HIP HOP HISTORY-LA MOSTRA

“Hip Hop History. Fotografie di Michael Lavine”, una mostra sull’Hip Hop raccontato negli scatti di Michael Lavine, fotografo che negli ultimi venticinque anni ha realizzato alcune delle immagini più forti e iconiche del mondo dello spettacolo. L’Hip Hop, nato come subcultura nei ghetti del Bronx, non è stato solo un genere musicale che ha proiettato sulla scena internazionale nomi del calibro di Notorious B.I.G, Big Daddy Kane, Missy Elliott, Jay-Z, Lil’ Kim e Tupac, ma un fenomeno che ha investito diverse culture come moda, danza, grafica e arti visive e che ha mutato codici comportamentali e linguistici dei giovani di allora e di oggi. Partendo da questa considerazione, McArthurGlen Barberino e ONO arte contemporanea hanno creato una mostra inedita che analizza lo stretto rapporto tra stile di strada e streetwear. “Hip Hop History. Fotografie di Michael Lavine”, composta da 30 immagini mai esposte prima in Italia, sta per concludersi,la mostra può essere visitata fino alle ore 21.00 del 22 luglio. Tra le fotografie esposte ci sono l’iconica copertina dell’album “Stankonia” degli OutKast, le profetiche immagini dell’ultimo disco di Notorious B.I.G. “Life after Death” e i ritratti di Jay Z.
 BARBERINO DESIGNER OUTLET, Via Meucci, Barberino di Mugello (FI)

Beastie Boys

Jay-Z

Missy Elliott
Outkast

Friday, April 28, 2017

4 ICONS: ONO ARTE CONTEMPORANEA

Ha inaugurato ieri la mostra Photography: 4 ICONS alla galleria ONO arte contemporanea di Bologna.
Steve McCurry, Christian Cravo, Gian Paolo Barbieri, Eolo Perfido, una mostra in cui sono messe a confronto le opere di quattro dei più grandi artisti della contemporaneità  e altrettanti modi di praticare e intendere la fotografia.
 La mostra è composta da una collezione di Art Box disegnata da Anders Weinar e personalizzata per ogni autore. Ogni Art Box custodisce 5 stampe fine art ed è prodotta in una edizione di 7.
 Steve McCurry, da circa 30 anni, è considerato una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea. La sua maestria nell'uso del colore, l'empatia e l'umanità delle sue foto fanno sì che le sue immagini siano indimenticabili. Ha ottenuto copertine di libri e di riviste, ha pubblicato svariati libri e moltissime sono le sue mostre aperte in tutto il mondo. Diventato uno dei fotografi più famosi del mondo grazie alla sua foto della ragazza afgana dagli occhi verdi (che è presente in mostra), sembra racchiudere, nel suo mondo fotografico, temi universalmente condivisi. Il formalismo e la cromia utilizzati, quasi di stampo pittorico, non gli fanno abbandonare mai la voglia di raccontare storie. I suoi ritratti, con soggetti che puntano lo sguardo dritto verso l’obiettivo, sono una condensazione di eventi, di percorsi, che McCurry scava e indaga. La stessa capacità di sintesi, è racchiusa nei suoi paesaggi e nelle sue foto di reportage, in cui l’incontro/scontro tra uomo e natura domina la scena e ricalca la dicotomia naturale versus artificiale. McCurry ha sempre cercato di raccontare, attraverso i suoi scatti, un simbolismo di stampo universale.
Eolo Perfido, è un fotografo ritrattista specializzato in fotografia pubblicitaria oltre che uno degli street photographer italiani più conosciuti e stimati. Nella sua serie Clownville (esposta in mostra) la maschera, tema caro alla storia dell’arte, è indossata ed enfatizzata dai suoi modelli, che più che portarla ne sono quasi pervasi. Nella sua serie Clownville evidenzia il lato oscuro, intimo, dei soggetti ritratti. Un lato però universalmente condiviso e comprensibile, tanto che quei soggetti potremmo essere noi stessi. La finzione nelle sue fotografie è rivelata, grazie al suo potente obiettivo in grado di costruire immagini tanto perturbanti quanto realistiche.
 Gian Paolo Barbieri è il più grande fotografo di moda mai apparso nel panorama artistico italiano e gli attestati di stima da parte di personaggi della scena mondiale come Diana Vreeland, Yves Saint Laurent, o Richard Avedon fanno parte della sua storia, quanto la collaborazione con le più iconiche attrici e modelle di tutti i tempi da Audrey Hepburn a Veruschka e Jerry Hall. Teatralità, compostezza formale e immaginario diventano gli ingredienti principali dei suoi scatti, che si caratterizzano per l’eleganza e la raffinatezza, da considerarsi ormai quasi i suoi “marchi di fabbrica”. Quelli di Barbieri, non sono semplici ritratti, ma evocano narrazioni più complesse, come se fossero l’incipit di storie accennate, in cui l’uomo ne è protagonista indiscusso.
Christian Cravo, nato da madre danese e padre brasiliano nel 1974, è cresciuto in un ambiente artistico nella città brasiliana di Salvador de Bahia ed è stato introdotto nel mondo delle arti da un'età molto precoce. Solo dai 13 anni in Danimarca, dove ha vissuto la sua adolescenza, ha iniziato a sperimentare le tecniche fotografiche. Nelle sue immagini, il dato naturale con tutta la sua forza, si fa protagonista. Il suo formalismo unito al bianco nero, rende la realtà quasi un universo formale fatto di linee pure e di pattern. Il suo reportage, va dal generale al particolare, mettendone in evidenza l’unicità e l’eccezionalità individuale.
La mostra (27 aprile – 27 maggio 2017) è composta da 25 fotografie in diversi formati, l’ingresso è libero

Gian Paolo Barbieri: Rainbow - Violet

Eolo Perfido: Rocker - Screamer

Steve McCurry: Jodhpur, Rajasthan - Italy

Christian Cravo: Elephant and Calf, Kenya


Monday, February 6, 2017

VANNA VINCI COLLECTION FOR ONOARTE

Sabato 4 Febbraio Ono Artecontempoeanea ha presentato nella sua sede di via Santa Margherita 10 a Bologna, la collezione di prodotti esclusivi interamente realizzati in collaborazione con la fumettista Vanna Vinci.
T-shirt, foulard, spille, tazze, tovagliette americane,cartoleria e accessori in esclusiva per Ono Arte con le icone più famose che Vanna Vinci ha già fatto rivivere in alcune Graphic Novel di successo, come la Marchesa Casati e Frida Kahlo. A queste si aggiungono alcune delle classiche immagini de La Bambina Filosofica, la creatura più famosa di Vanna Vinci: sarcastica, nichilista, coltissima e cinica, il suo personaggio più ribelle e sulfureo.
Le immagini sono state realizzate in esclusiva nazionale appositamente per Ono Arte, per dare inizio ad un progetto grafico e di collaborazione destinato a crescere nel tempo, con collezioni stagionali e tematiche.
www.onoarte.com








Thursday, December 15, 2016

LUCIENNE BLOCH:DENTRO LA VITA DI FRIDA KAHLO - ONO ARTE CONTEMPORANEA

ONO Arte Contemporanea presenta “Lucienne Bloch: dentro la vita di Frida Kahlo”, una mostra fotografica che racconta non solo l’amicizia tra le due donne, ma anche e soprattutto la vita di Frida Kahlo, da un punto di vista intimo e privilegiato.
 “Io ti odio”. Sono state queste le prime parole che Frida Kahlo rivolge a Lucienne Bloch durante il party al MOMA di New York nel 1931, organizzato in onore di Rivera che in quel periodo avrebbe dovuto affrescare sette pannelli per la sua personale nel museo newyorkese. Lucienne e Rivera erano stati fianco a fianco tutta la sera, avevano parlato per lo più della tecnica dell’affresco, che Lucienne amava e che aveva studiato nel suo viaggio in Italia ma anche nelle scuole d’arte che aveva frequentato. La sintonia era palese, ma quello che Frida ancora non sapeva era che Lucienne, a differenza delle altre donne che gravitavano intorno a quell’”ingombrante” marito, sarebbe diventata una delle sue amiche più fedeli e fidate, colei che le sarebbe stata a fianco quando avrebbe abortito, quando avrebbe perso la madre e quando avrebbe scoperto il tradimento di Diego con la sorella Cristina. E subito dopo quel primo incontro newyorkese con Rivera, ne diventa assistente: ne condivide ideali politici ma anche estetici. Entrambi sono alla ricerca di un’arte per il popolo, che sia comprensibile e quindi fruibile da tutti. Lucienne segue Diego durante l’esecuzione di tutti i suoi murales negli Stati Uniti, come quello del Rockfeller Center di New York, che poco prima che venisse distrutto per il contenuto politico, riesce a fotografare sfuggendo alle guardie che Frida si era premurata di distrarre, regalandoci le uniche immagini tutt’oggi esistenti di quei lavori.
Lucienne Bloch, da sempre aveva nutrito una grande passione per l’arte, che il padre, il noto compositore Ernst, aveva da sempre appoggiato e incoraggiato. Dopo averla iscritta alle migliori scuole, le aveva inoltre regalato le sue due prime macchine fotografiche (una Brownie Box Camera prima e una Leica dopo), le stesse con le quali inizia ad immortalare una sempre più complice Frida. L’amore, la politica e l’arte.
Le foto di Lucienne raccontano tutto questo, in modo candido e ravvicinato: Frida sorridente alla mattina, Frida che bacia Diego, Frida che scherza di fronte all’obiettivo. Sono molti i punti che le legano: entrambe artiste, entrambe libere da ogni tipo di briglia sociale, entrambe forti e determinate. Lucienne Bloch, attraverso queste immagini, ci offre l’opportunità di cogliere la vera essenza della Kahlo, quella che solo un rapporto così intimo era in grado di far emergere. Le loro strade si divideranno solo nel 1938, quando Lucienne e Dimitroff (assistente di Rivera che la Bloch sposerà) si trasferiscono in Michigan e Frida torna in Messico, ma la carica di questo rapporto continuerà ad influenzare non solo la vita, ma soprattutto i lavori di queste due grandi artiste.
 La mostra (15 dicembre 2016 – 26 febbraio 2017) è composta di 45 fotografie in diversi formati. Tutte le fotografie sono vintage print, stampate e firmate da Lucienne Bloch.
 ONO Arte Contemporanea, Via Santa Margherita 10 - Bologna.













Friday, March 11, 2016

BOWIE BEFORE ZIGGY. PHOTO BY MICHAEL PUTLAND


Bologna-La Galleria ONO arte contemporanea presenta Bowie before Ziggy. Fotografie di Michael Putland mostra- omaggio a David Bowie che, attraverso le immagini e le memorie del fotografo britannico, racconta un giorno nella vita di Bowie, poco prima che questi prendesse gli abiti e le sembianze di Ziggy Stardust.
Le foto sono state infatti scattate nell’allora residenza di Bowie, Haddon Hall, il 24 aprile del 1972. Solo da poche settimane le registrazioni di Ziggy Stardust and the Spiders from Mars erano terminate  e, il disco, sarebbe stato pubblicato poco dopo. Il 28 aprile infatti esce il primo singolo dell’album, “Starman”. Quel 24 aprile, Bowie, nella calma che precede la tempesta che lo avrebbe reso un fenomeno planetario, dipinge il soffitto di casa sua indossando un abito disegnato insieme all’amico stilista Freddy Buretti. Lo stesso abito che usava sul palco, in quel periodo, e che sarebbe stato immortalato nella cover di Ziggy Stardust and the Spiders from Mars. È un Bowie molto rilassato, quello che accoglie Putland, avviato all’apice della sua popolarità e già molto sicuro della sua immagine. Un’immagine e un immaginario che sta costruendo da anni, utilizzando non solo la musica ma anche tabiti e trucco .
ONO arte, insieme a Michael Putland, dedica una mostra a David Bowie – ampliata da qualche scatto pre e post Ziggy Stardust e da altri provenienti dallo Station to Station Tour – dopo averne dedicate altre due nel passato all’artista recentemente scomparso. La prima risale al 2012 ed era legata alla cosiddetta trilogia Berlinese, quando Bowie era forse nel suo periodo di minor popolarità. Il primo infarto che lo aveva colpito nel 2004 aveva azzerato le sue performance live e le uscite discografiche. Con la mostra si vuole testimoniare l’influenza che Bowie ha avuto non solo nel mondo della musica ma anche nel costume, nella società e nella cultura in genere, e non solo nel mondo occidentale. Bowie a Berlino inventa e reinventa se stesso e soprattutto codifica, a modo suo, il significato di “Europa e di europeo” estrapolandone un concetto che è presente nei dischi della Trilogia. L’intuizione dell’importanza estetica di Bowie nel panorama culturale europeo trova riscontro quando, pochi mesi dopo l’apertura della nostra mostra di Bologna, inaugura, al Victoria & Albert Museum di Londra la mostra David Bowie Is, che apre di fatto la porta principale dei musei alla cultura popolare. Siamo nel 2013 e l’8 gennaio dello stesso anno, senza nessuna campagna promozionale, esce The Next Day penultimo disco di Bowie. La copertina è una rivisitazione della cover dell’album ‘Heroes’ - per la quale fu scelta una foto di Masayoshi Sukita con un quadrato bianco che copre la parte centrale dell’immagine. Oltre alla copertina del disco anche il primo singolo, We are we now, è un chiaro riferimento al suo periodo berlinese come momento culminante, dal punto di vista creativo, umano e personale, della sua carriera. 

La mostra (12 marzo – 30 aprile 2016) è composta da 27 fotografie di Michael Putland in diversi formati e il lavoro grafico di Terry Pastor, designer che realizzò la copertina di Ziggy Stardust e Hunky Dory

David Bowie at home- Beckenham-Kent 1972:





 David Bowie performing live at Earls Court London on 14th May 1973:
  David Bowie performing live at Wimbley Arena 1976:
 David Bowie Frias Club Aylesbury-UK1972:
 Annie Lennox and David Bowie performing at Freddy Mercury tribute-Wembley Stadium 1992:

Covers by Terry Pastor


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