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Friday, November 29, 2019

LUCA PIGNATELLI. IN UN LUOGO DOVE GLI OPPOSTI STANNO

Firenze - Luca Pignatelli torna con una personale alla Galleria Poggiali di Firenze. E lo fa con una serie di lavori inediti, scavalcando la linea di demarcazione tra astratto e figurativo, tra citazione e arte povera. La mostra si sonda nei due spazi di via della Scala e di via Benedetta.
 Sono opere costruite con teloni pesanti tagliati a strisce e pezzature di dimensioni varie, ricucite assieme. I supporti sono in diversi casi marchiati da scritte e cifre di matrice industriale. Elementi grafici che dichiarano un’appartenenza e una provenienza. Testi che ricordano epigrafi o dediche sui monumenti e nei dipinti antichi. I teloni sono assolutamente monocromi, superfici mai piatte, dove l’immagine completa è data dalla gradazione della verniciatura, che è già un racconto e parla da sé, nonché dalle diverse sezioni geometriche del supporto ricomposte in unità visiva ed espressiva, come patchwork secondo una usanza domestica di riciclo e risparmio, in voga fin dai primordi. A questi teloni – carichi di un rosso iodio o di verde petrolio, oppure del colore della malva o della prugna – si aggiungono altri lavori pittorici realizzati sempre con teloni ferroviari coperti però in questo caso da una pittura metallica color argento. All’aspetto moderno dei teloni monocromi si contrappone questo modernista dell’allumino. La superficie in questi casi è diversamente luminosa ed è lavorata con segni grafici, incisioni e abrasioni. Al centro dell’opera è fissata con un procedimento meccanico una testa eroica, di imperatore romano. Sono quadri monumentali non per dimensioni ma per scelta poetica e iconografica. Nel primo caso invece il tono alto e imponente è dato dalla scelta del monocromo e del linguaggio astratto. La combinazione in mostra delle due opposte fazioni espressive è vincente. La povertà dei teloni ha il suo peso, il materiale porta con sé una sua storia. L’astratto, in definitiva, non è tale. È una struttura narrativa astratta complessa realizzata togliendo dati figurativi ma non privandola di ‘anima’. D’altro canto, anche i quadri iconici non appaiono riducibili al solo linguaggio figurativo, visto che alla citazione archeologica dominante al centro sono stati aggiunti episodi grafici significativi, di natura gestuale e informe. La fredda e vuota citazione, la superficiale suggestione dell’antico, è qui carica di ferite e cicatrici, di un vissuto esistenziale, di una pelle e di un corpo che ci raccontano un proprio originale vissuto. Il titolo della mostra – dal 30 novembre a cura di Sergio Risaliti – vale come uno statement e lascia intendere come il campo dell’arte - e in particolare quello della pittura - sia quel luogo - nel mondo e nella realtà - “in cui gli opposti stanno”.
Galleria Poggiali, Firenze
Via della Scala, 35/A
Via Benedetta, 3r  
30.11.2019 - 8.02.2020








Thursday, November 7, 2019

A CUORE APERTO - CLAUDIO PARMIGIANI

Firenze - Si è inaugurata lo scorso maggio negli spazi della Galleria Poggiali di Firenze e viene prorogata fino a sabato 16 novembre 2019 la mostra di Claudio Parmiggiani dal titolo A cuore aperto, a cura di Sergio Risaliti.
 Parmiggiani è uno tra i maggiori protagonisti dell'arte contemporanea internazionale e, dopo la prima personale al Frist Art Museum di Nashville, propone un gruppo di sue opere in un progetto appositamente concepito per la galleria fiorentina, per quella che è la sua prima vera personale a Firenze. Undici opere installate nei due spazi di via della Scala 35 A e di via Benedetta 3r, la maggior parte delle quali realizzate per questa mostra, unitamente a lavori meno recenti. Si tratta di una mostra di impianto museale che si snoda come un discorso poetico e drammatico. Con opere fatte di cenere, con i suoi gessi e con le sue lampade che ancora illuminano a lume spento come una stella morta, Parmiggiani prende di petto l'assenza - l'unica manifestazione possibile della cosa perduta o della memoria seppellita è questa - e la sottrae al nulla, la strappa alla dissolvenza, alla dissipazione, rendendola soggetto e sostanza di una nuova iconica presenza: perché l'assenza è il cuore dell'essere. «Lo spirituale che alcuni intravedono nel mio lavoro lo chiamerei semplicemente una convinzione che fa parte di una visione; un misticismo senza fede. Non penso a un'arte religiosa, ma ad una religiosità dell'arte; una religiosità di cui mi sembra si sia smarrito completamente il senso». -Claudio Parmigiani.

Senza titolo, 2014, campana di bronzo e corda    

Senza titolo, 2017-2019, calco di cuore umano, fusione di ghisa, esemplare della Divina Commedia   

Senza titolo, 1985-2019, cera e lampada spenta    

Senza titolo, 2019, arpa e farfalle    

Senza titolo, 2019, fumo e fuliggine su tavola    

Senza titolo, 2019, fumo e fuliggine su tavola    

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