Showing posts with label fondazione furla. Show all posts
Showing posts with label fondazione furla. Show all posts

Thursday, February 6, 2025

FONDAZIONE FURLA | Adelaide Cioni

 In occasione dell'edizione 2025 si rinnova la collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla per il programma di azioni dal vivo curato da Bruna Roccasalva, Direttrice artistica della Fondazione Furla. Sodalizio questo che conferma la volontà delle due istituzioni di lavorare in sinergia sul tema della performance, presente ad Arte Fiera fin dalle prime edizioni e divenuto un aspetto caratteristico della manifestazione bolognese.

 

Dopo gli interventi del collettivo israeliano Public Movement nel 2023 e dell’artista peruviana Daniela Ortiz nel 2024, protagonista della nuova edizione è l’artista Adelaide Cioni (Bologna,1976), invitata da Fondazione Furla a presentare una performance durante Arte Fiera 2025.

 

La ricerca dell'artista si muove all’interno di un campo di indagine che incrocia diverse forme espressive come la pittura, la musica, la danza e il teatro, ma ha il suo punto di partenza nel disegno.

Prendendo le mosse da una riflessione sull’origine del segno, l’artista esplora i pattern, ovvero il ricorrere di motivi decorativi astratti sia in natura che in manufatti artistici di tutte le epoche, rielaborandoli all’interno di una pratica che parte dal disegno ma diventa anche indagine sul colore e la forma, sul corpo e il linguaggio, sullo spazio e il movimento.

 

 

Adelaide Cioni (Bologna, 1976) ha studiato disegno a UCLA, Los Angeles, e si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma (2015). Conseguiti i master in storia contemporanea e in traduzione letteraria, per dieci anni ha tradotto letteratura americana prima di dedicarsi interamente alla pratica artistica. Ha partecipato a numerose mostre collettive ed esposto con mostre personali in gallerie e in istituzioni pubbliche, in Italia e all’estero. Tra i suoi lavori performativi più recenti Touch Song, Southwood Gardens, Piccadilly, Londra (2024); Song for a Square, a Circle, a Triangle, Mimosa House, Londra (2023) e Prayers to Jupiter, Fondazione Memmo/Gasworks, Londra (2022).


Bologna, 7-9 febbraio 2025







Thursday, September 12, 2024

FURLA SERIES - KELLY AKASHI

Per la sesta edizione del programma Furla Series, Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna di Milano annunciano una mostra personale di Kelly Akashi, a cura di Bruna Roccasalva.

 

Prima mostra dedicata all’artista da un’istituzione italiana, il progetto presenta una serie di nuove produzioni pensate appositamente per dialogare con gli spazi e la collezione del museo.

 

Kelly Akashi è un’artista americana di origini giapponesi, nata e cresciuta a Los Angeles, la cui pratica si distingue per la capacità di conciliare un approccio concettuale con un’attenzione alla forma e al processo. Sempre eseguite con sapiente abilità manuale e profonda conoscenza dei materiali, i lavori di Akashi esplorano concetti universali come il tempo e lo spazio, l'impermanenza del mondo naturale, la transitorietà del corpo umano e l’entropia.

 

Attratta da materiali come vetro, cera e bronzo, Akashi li plasma creando forme che riproducono elementi naturali come piante, fiori, conchiglie o parti del suo corpo, registrandone i cambiamenti fisiologici e il passare del tempo. Accostate in composizioni poetiche dall’aspetto spesso fragile e prezioso, queste forme familiari e stranianti al tempo stesso esplorano questioni esistenziali, incoraggiandoci a guardare le cose da una prospettiva diversa, più ampia e meno antropocentrica.

 

Il progetto che Akashi ha immaginato per Furla Series ruota attorno al concetto e al fenomeno della “riflessione”, esplorato attraverso un percorso visionario che si snoda all’interno della collezione permanente, creando un dialogo e una sinergia con l’architettura e i capolavori del museo.

 

La mostra di Kelly Akashi è la sesta edizione del progetto Furla Series, ed è il frutto della collaborazione tra Fondazione Furla e GAM, una partnership iniziata nel 2021 per promuovere progetti espositivi a cadenza annuale che offrono un’occasione unica di incontro tra i maestri del passato e i protagonisti del contemporaneo.

 

Furla Series Ã¨ il progetto che a partire dal 2017 vede Fondazione Furla impegnata nella realizzazione di mostre in collaborazione con importanti istituzioni d’arte italiane, con un programma tutto al femminile pensato per dare valore e visibilità al contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.


13 settembre - 8 dicembre 2024



Activity Table, 2016 

cherry wood, wax, glass, wick 

72 x 40 x 63 in (182,9 x101,6 x 160 cm)

Courtesy of the artist and Lisson Gallery

Photo: Marten Elder



Carbon Copy, 2017. Detail.

SculptureCenter, New York, 2017

Bronze, wax, cotton wick, bronze wire

Dimensions variable 

Courtesy of the artist and Lisson Gallery

Photo: Kyle Knodell

                                                            Inheritance, 2021

Poston stone, cast lead crystal, heirloom (grandmother's ring)

6 x 8 x 6 in (15,2 x 20,3 x 5,2 cm)

Courtesy of the artist and Lisson Gallery

Photo: Paul Salveson


Kelly Akashi
Photo courtesy of the artist and Lisson Gallery. Photo credit Brad Torchia.



Thursday, February 1, 2024

FONDAZIONE FURLA - Daniela Ortiz Tiro al Blanco

In occasione dell’edizione 2024 si rinnova la collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla per il programma di azioni dal vivo curato da Bruna Roccasalva, Direttrice artistica della Fondazione. Questo sodalizio consolida il percorso intrapreso nel 2023 e conferma la volontà di Fondazione Furla e Arte Fiera di lavorare insieme sul tema della performance, presente ad Arte Fiera fin dalle prime edizioni e divenuto un aspetto caratteristico della manifestazione bolognese, che nel 2024 celebra i 50 anni di attività.

 

Protagonista della nuova edizione è l’artista Daniela Ortiz, invitata da Fondazione Furla a realizzare un intervento inedito per Arte Fiera.

 

Daniela Ortiz è un’artista peruviana da sempre impegnata a indagare i complessi sistemi di potere politici, economici e culturali che governano il mondo, e in modo particolare i meccanismi istituzionali che esercitano violenza sulle popolazioni del Sud del mondo. Attraverso una sperimentazione linguistica che abbraccia un’ampia varietà di mezzi espressivi, dal video alla fotografia, dalla pittura alla performance, Ortiz crea narrazioni visive che esplorano criticamente le nozioni di razza, nazionalità, classe sociale, rivelando l’ideologia discriminatoria che si cela nelle strutture di potere coloniali e capitalistiche.

 

In occasione dell’edizione 2024 di Arte Fiera, Ortiz presenta a Bologna Tiro al Blanco, un’ambiziosa installazione concepita per l’occasione che viene attivata da una performance partecipativa.

 

L’opera è il frutto di una più ampia riflessione critica sull’egemonia del Nord sul Sud del mondo che l’artista conduce da tempo, e si concentra in particolare sulla centralità che l’industria militare ha avuto e ha tutt’ora nel rafforzamento di questa supremazia.

 

Nel 1936, poche settimane prima del colpo di stato che portò alla guerra civile spagnola, Daniel Guerin pubblicò il libro Fascismo e gran capitale, uno dei primi documenti che denunciano l’esistenza di un’industria militare interessata a imporre la guerra in Europa e nel Sud del Mondo. Da allora questa industria si è evoluta enormemente, sviluppando una sofisticata tecnologia concepita per uccidere sempre più persone e da una distanza sempre maggiore, e ha incrementato in maniera esponenziale anche la propria potenza economica e politica. Con Tiro al Blanco Daniela Ortiz accende i riflettori sul potere che l’industria bellica ha avuto negli ultimi 90 anni e sul fatto che la sua invisibilità ha garantito assoluta impunità ai pochi che controllano, sviluppano e impongono il suo potere.

 

Come spesso accade nelle opere di Daniela Ortiz, anche in Tiro al Blanco la denuncia, il dissenso, la protesta passano attraverso un’elaborazione linguistica che impiega l’ironia e il gioco per restituire argomenti complessi in modo semplice, accessibile e diretto. Partendo dalla considerazione di trovarsi all’interno di un contesto fieristico, l’artista ha deciso di ideare uno stand di tiro a segno, ispirandosi per struttura e funzionalità alle comuni bancarelle da luna park ma ripensandone completamente il contenuto, sia per quanto riguarda i bersagli da colpire che in merito ai premi in palio.

 

Se i bersagli puntano il dito contro il complesso dell’industria militare, riproducendo le sagome di loghi aziendali e armi di diversa natura come mitragliatrici, missili o droni, i premi celebrano personaggi del passato e del presente che hanno lottato contro capitalismo, imperialismo e colonialismo, come Lenin, Daniel Guerin, Frantz Fanon e Vijay Prashad, i cui libri più celebri sono riprodotti sotto forma di minuscole sculture in ceramica. Tra gli oggetti in palio ci sono anche coloratissimi burattini in legno e marionette da dito, un omaggio a eroi di pace come i medici delle zone di conflitto, che sfidano i bombardamenti nelle loro ambulanze, o i gruppi di lavoratori che si ribellano opponendosi al trasporto di armi attraverso i porti.

 

Un performer si aggira tra i corridoi della fiera invitando il pubblico a partecipare al gioco: protagonisti di Tiro al Blanco sono infatti gli stessi visitatori che, coinvolti in prima persona, hanno la possibilità di aggiudicarsi questi premi provando a colpire i bersagli, ovvero ad abbattere simbolicamente un sistema che troppo a lungo ha imposto e continua a imporre il suo potere. Il gioco diventa uno strumento attraverso cui generare consapevolezza e stimolare un pensiero critico. 

 

Nato dall’esigenza di mettere a fuoco le dinamiche che regolano le svariate forme, storiche e attuali, di sfruttamento e marginalizzazione, Tiro al Blanco apre uno spazio di riflessione su una delle questioni più urgenti del momento storico che stiamo vivendo: l’industria della guerra.

Daniela Ortiz

Tiro al Blanco

 

Una produzione di Arte Fiera e Fondazione Furla

A cura di Bruna Roccasalva

 

2-4 febbraio 2024 

Preview 1° febbraio 

Arte Fiera, Padiglione 25, BolognaFiere





Wednesday, September 14, 2022

FURLA SERIES ANDREA BOWERS. MOVING IN SPACE WITHOUT ASKING PERMISSION

Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna di Milano  ospitano la mostra Moving in Space without Asking Permission,  di Andrea Bowers a cura di Bruna Roccasalva. 
 Prima personale di Andrea Bowers in un’istituzione italiana, Moving in Space without Asking Permission offre un’esperienza immersiva all’interno del lavoro dell’artista e del suo impegno nella lotta per la parità di genere e l’emancipazione della donna. 
 Andrea Bowers è un’artista e attivista americana la cui ricerca combina pratica estetica e impegno politico da una prospettiva femminista. Da circa trent’anni l’artista indaga questioni fondamentali come la parità di genere, i diritti della donna e dei lavoratori, l’immigrazione e l’ambientalismo, attraverso un approccio formale di forte impatto visivo e una sperimentazione linguistica che abbraccia un’ampia varietà di mezzi espressivi, dal disegno al video, dall’installazione al neon. La sua capacità di restituire argomenti complessi in un vocabolario accessibile e diretto è il perfetto esempio di come l'arte possa, attraverso il potere estetico dei suoi linguaggi, veicolare messaggi socialmente rilevanti. La mostra Moving in Space without Asking Permission fa parte di una più ampia riflessione sul femminismo che Bowers porta avanti da tempo, e si concentra in particolare sulla relazione tra femminismo e autonomia corporea, con uno sguardo rivolto sia al presente sia alla storia del nostro Paese. Ogni progetto di Bowers parte da un approfondito lavoro di ricerca sul contesto in cui si trova a operare e dall’incontro con il suo tessuto sociale. 
In questo caso Moving in Space without Asking Permission prende le mosse dal confronto dell’artista con alcune esperienze femministe italiane di oggi, in particolare con il lavoro della filosofa e attivista Alessandra Chiricosta che studia e insegna l’esercizio delle arti marziali come strumento di auto consapevolezza corporea e di rottura rispetto agli stereotipi di genere. 
Il progetto nasce anche in risposta alle specificità del contesto espositivo della GAM: un museo la cui collezione rimanda al periodo storico tra Ottocento e Novecento, quando il movimento di emancipazione femminile in Italia muoveva i primi passi. Attraverso un percorso espositivo che combina lavori iconici e nuove ambiziose produzioni che testimoniano, tra l’altro, la grande versatilità linguistica dell’artista, la mostra restituisce l’importanza di una ricerca in cui attivismo politico e pratica artistica sono inestricabilmente interconnessi.

Andrea Bowers, Fight Like a Girl, 2021
Courtesy of the artist and Capitain Petzel, Berlin. Photo Jeff McLane










Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...